Quegli occhi neri e già vuoti, impossibili da dimenticare, di una donna, una turista tedesca spiaggiata come una medusa dal mare mosso sul litorale tra Viareggio e Torre del Lago. Bagnini che si ostinano a praticare un inutile massaggio cardiaco, quel corpo ormai inerte che non reagisce, che subisce le vane compressioni di chi non si vuole arrendere, gli inani tentativi di infondere di nuovo vita dove la vita non c’è più.
E poi, improvvisa, l’apparizione di un uomo che già temendo il peggio, l’irreparabile, si avvicina al capannello, certo con la speranza di non dover vedere quello che invece vedrà. E barcolla, e rimane lì inebetito, incredulo, le mani tra i capelli, ammutolito da un raccapricciante dolore, a fissare quella scena di pietà suprema, di rabbiosa ribellione all’evidenza da parte di chi per professione e forse anche per missione deve e vuole salvare la gente dal mare indifferente e crudele.
Alla fine arrivano, affardellati di attrezzi, i soccorritori della Misericordia. A dare il cambio a chi fino ad allora continuava imperterrito a massaggiare quel petto immobile, quel corpo esanime, quella che fino a forse un’ora prima era una bagnante settembrina, ed ora è solo un vuoto, esangue simulacro adagiato sulla rena del bagnasciuga come un tragico Cristo di una Deposizione del Caravaggio.
Ma anche i professionisti si arrendono. Dei lettini messi in verticale fanno da pietosa cornice e velo a questa povera signora tedesca, venuta a morire negli ultimi tepori italiani, in una calda ma burrascosa domenica di settembre.
Una giornata che ti cambia la vita. Una giornata che mai avresti pensato sarebbe finita così. Una giornata di morte. Quell’uomo, bianco come un cencio, con una orrenda smorfia di attonito dolore sul viso, lo fanno sedere su una sdraia, gli parlano, qualcuno passa e gli tocca la spalla, anche se è un perfetto sconosciuto.
Qualcuno ignaro domanda cosa è successo e poi si fa un segno della croce, qualcuno fa la faccia sgomenta di chi immagina cosa si agiti in questo momento nella testa confusa, nel cuore trafitto di quell’uomo improvvisamente rimasto solo, qualcuno mi confessa piangendo di aver assistito alla scena dei vani soccorsi facendo il tifo per la vita, nella speranza che l’impossibile miracolo accadesse. Un senso di inutilità e di ineluttabilità ti attanaglia. Quegli occhi fino a poco prima pieni di vita ora sono solo neri e vuoti. Death in the afternoon.