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domenica 9 marzo 2014

Il senso degli affari


Supermercato cuneese. Offerta speciale! Due pacchi di crackers - tenuti insieme da un vivace e ammiccante adesivo rosso - con uno sconto di ben ottantanove centesimi. Tre euro al chilo. Più in là, nella stessa fila, la confezione singola. Cinquecento grammi, un euro e venticinque. Aspetta un attimo. Al chilo fanno 2 euro e 50, se so ancora far di conto.

Allora come si spiega che della "promozione" da tre euro rimane un solo pacco sullo scaffale deserto, mentre i vantaggiosi pacchetti singoli giacciono invenduti?

Gente: smettiamola di farci attrarre dal clamore e dalle apparenze degli strilli pubblicitari e prestiamo più attenzione ai caratteri piccoli che - come nei contratti delle assicurazioni - sono quelli che contano davvero.




martedì 12 marzo 2013

La banca che viene da te

Letteralmente. Altro che le mendaci promesse pubblicitarie mirate solo ad ottenere i tuoi sudati risparmi e farsi pure pagare per l’oscuro privilegio di affidare i tuoi soldi proprio a quella e non a un’altra. Il concetto di mobile banking totalmente rivoluzionato. Qui non significa che puoi fare operazioni bancarie dal tuo telefonino. La banca è davvero mobile.

Dentro c’è l’impiegato addetto al cambio di valute. Non so se per riservatezza o perché stava scattando l’ora della pausa giusto mentre mi accingevo a fotografarlo, ma mi ha sbattuto in faccia il cartello Break ed ha spento le luci della mini agenzia. Ma niente paura: per prelievi fuori orario c’è addirittura il bancomat. Cosa vogliamo di più? La banca non hai bisogno di cercarla, la trovi parcheggiata sotto casa. Only in Thailand.





giovedì 12 gennaio 2012

Mafia S.p.A.

Stamani, aprendo la posta elettronica, trovo una mail da un amico australiano. Una parola nell’oggetto attrae immediatamente la mia attenzione. Una parola che non ti aspetteresti mai da qualcuno che ti scrive di solito per parlare di noiose questioni contabili, fatture, pagamenti, anticipi, dare e avere. Questa parola è Mafia, proprio così, con la emme maiuscola.

Ecco come ci descrive ai suoi lettori il giornalista Nick Squires, corrispondente a Roma di The Age, giornale numero uno di Melbourne. Un quadro impressionante, per le cifre enunciate e per la freddezza analitica con cui parla di un fenomeno in piena espansione e dalla salute ferrea, al contrario di tutto il resto d’Italia.


La mafia è la più grossa azienda italiana, con un giro d’affari di 140 miliardi di euro, stando ad un autorevole rapporto.

I quattro gruppi costituenti la mafia sono usciti dalle loro tradizionali roccaforti e si sono diffusi in tutto il paese, sfruttando la crisi economica per accaparrarsi aziende malridotte e beneficiare dalle attività di usura.

Hanno a disposizione un patrimonio di 65 miliardi di euro di cartamoneta e profitti annuali per 100 miliardi, pari al 7% del PIL italiano, secondo uno studio fatto dalla Confesercenti.

Il tipico mafioso non è più un delinquente con mitra in spalla, ma un furbo uomo d’affari con lo smartphone ed una sofisticata conoscenza della finanza. La Mafia SpA è la prima banca italiana, con una liquidità di 65 miliardi, dice il rapporto chiamato La morsa della criminalità sul business.

Con la crisi le banche sono riluttanti a concedere prestiti, e la mafia ne ha tratto vantaggio, quando i disperati bisognosi di finanziamenti si sono rivolti a strozzini che chiedono tassi di interesse da usura.

Marco Venturi, presidente di Confesercenti, dichiara che lo strozzinaggio portato dalla crisi economica è diventato un’emergenza nazionale. Dalle nostre stime, nel 2010 l’usura ha costretto a chiudere 1800 aziende, con la perdita di migliaia di posti di lavoro.

I proprietari di piccole aziende con margini di guadagno ristretti e basso cash flow sono i più vulnerabili: più di 200.000 sono stati vittime di usurai. Ma hanno anche subito estorsioni, quando non direttamente rapine – per una media di un crimine al minuto.

L’influenza della mafia non si fa solo sentire nelle città più tradizionalmente note per tale fenomeno, come Palermo e Napoli, ma anche sempre di più nel ricco nord.

La Conferercenti, portavoce di 270.000 aziende medio-piccole, ha dichiarato che il nuovo governo tecnico di Mario Monti deve aiutare le imprese “a riguadagnare il territorio occupato dalla Mafia”.

Ma sarà una battaglia difficile. Il crimine organizzato controlla tutto, dalle scommesse clandestine all’edilizia, fino allo smaltimento dei rifiuti sia industriali che urbani.


Non c’è davvero di che essere allegri. Che dire? Visto che ogni tanto qualcuno sembra dimenticarsi che la mafia esiste e prospera, o magari a qualcuno fa comodo che l’italiano medio creda alle favole, allora grazie a Nick per questo prezioso promemoria. Se no, per cosa sono morti Falcone, Borsellino e tutti gli altri uomini di legge e giudici ammazzati dalle lupare e dalle bombe di mafia?


domenica 4 dicembre 2011

Ginnastica artistica

Prendete il logo che rappresenta, stilizzato, un famoso ex giocatore di pallacanestro. Ora prendete un artista cinese di Photoshop, e fate fare un po’ di ginnastica a detta figurina.

Giù il braccio sinistro. No, il pallone lasciamoglielo. Sì, sempre agguantato dalla mano. Le gambe meno divaricate, meno gesto plastico. La testa un po’ ruotata. Ecco fatto. Perfetto.

Avete appena trasformato Michael Jordan (non l’atleta, ma il simbolo che gli frutta doviziose royalties sulle vendite delle scarpe Nike) in quella che dei maliziosi e sbrigativi osservatori hanno osato chiamare un’imitazione cinese.

Imitazione? Ma figuriamoci. Pura casualità. Come casuale è il fatto che l’azienda titolare di tale logo – che coincidenza – di tutti i prodotti che poteva fabbricare, proprio scarpe da basket si è messa a fare. E abbia scelto di chiamarsi così: Qiao Dan. Provate a pronunciarlo in fretta. È la quasi perfetta translitterazione cinese di Jordan.

La Nike ha già perso una causa per violazione della proprietà intellettuale – ovviamente dibattuta in Cina – contro i signori della Qiao Dan.

La piccola fabbrichetta del Fujian è cresciuta. E sta pensando di quotarsi in borsa a Shanghai, con una IPO da 112 milioni di azioni. Niente male. Ma perché a Shanghai e non nella più internazionale e generalmente appetibile piazza di Hong Kong? Perché a quanto pare agli investitori cinesi poco o nulla cale di fesserie da occidentali come il concetto di proprietà intellettuale, nel momento in cui l’azienda di cui possiedono le azioni va a gonfie vele e paga loro lauti dividendi. Pecunia non olet.

Nove ragazzini cinesi su dieci intervistati affermano di ritenere che la Qiao Dan sia l’autentica emanazione cinese della scarpa nota negli USA come Jordan.

La nuovissima economia funziona così: non si è ciò che si è, ma ciò che il mercato percepisce. E la Cina si sta avviando ad essere il mercato numero uno al mondo. Bisognerà fare i conti con le nuove regole. Nel frattempo, cari dirigenti della Qiao Dan, potete dire: mission accomplished. Copiare rende. Eccome.

sabato 16 aprile 2011

Riposo a mano armata

La crisi creditizia planetaria è stata lo spauracchio di milioni di risparmiatori angosciati per i sudati, minacciati gruzzoli. Di qua e di là dall’oceano parecchie banche hanno rischiato di fallire, quando non sono andate davvero a gambe levate. Oggi, con gli interessi azzerati, la gente paga letteralmente gli istituti di credito per dar loro i propri soldi.

Mi è capitato di sentire qualcuno far affermazioni apodittiche: meglio nel materasso o sotto la mattonella. Signori, per favore, aggiorniamoci: oggi la tecnologia viene incontro agli scettici che si fidano solo di se stessi. Né sotto la mattonella, né cuciti dentro al materasso. Una via di mezzo: sotto al materasso.

Questa volta, non dal Giappone, usuale fucina di invenzioni bizzarre, ma dagli Stati Uniti, ecco a voi il Bed Bunker. Una bella cassaforte da seicentocinquanta chili, ignifuga, multiserratura e antiscasso, disponibile in varie misure, tutte adattabili al vostro giaciglio. Sostituite la rete ortopedica a doghe di larice finlandese con questo imperdibile pezzo d’arredo. E dormirete finalmente sonni tranquilli. Soprattutto se, invece di zepparla soltanto con contanti o titoli, gioielli di famiglia o qualche orologio di pregio ereditato da un vecchio zio collezionista, seguirete il consiglio del promo originale americano, dove vi si informa che il capace caveau può ospitare fino a 32 fucili o 70 rivoltelle (forse la dotazione media di armi da fuoco di una famigliola texana?).

E se poi, prosegue il faceto inserto pubblicitario, doveste mai avere un incidente con uno dei vostri schioppi, potete sempre usare il Bed Bunker come originalissima bara!

Che altro si può aggiungere? Hanno già detto tutto loro. Bed Bunker: Mai più Senza!


Prima pubblicazione : 14 marzo 2010