martedì 17 aprile 2012

Fiumi di parole

Sono quelli riversati a velocità impressionante dai cinesi nei loro telefoni cellulari. Fanno concorrenza ai migliori rappers. Osservo una signora appoggiata alla porta di un vagone in metropolitana. Sembra che tiri un respiro profondo, alla Maiorca. Poi si getta, in apnea, in una ininterrotta sequenza di monosillabi che devono saper succingere i concetti come nessun’altra lingua sa fare. Una breve attesa, indice di un’attività di risposta altrettanto celere dal capo opposto della conversazione. Seguono un paio di grugniti conclusivi, nessuna forma di saluto come invece siamo abituati noi imperdonabili spreconi di tariffe telefoniche. Ecco fatto.

Quello che all’italiano medio avrebbe richiesto tre o quattro minuti di chiacchiere (di cui almeno un terzo di inutili e leziosi convenevoli di commiato), un cinese riesce a concentrarlo in venti o trenta secondi di mitragliate vocali. E subito preme il pulsante rosso con un misto di urgenza e di soddisfazione. Maledetta TIM, non avrai i miei soldi – sembra dire con quel gesto perentorio. Dovremmo imparare da loro, che son più bravi non solo a farli, ma anche a risparmiarli, i quattrini. 


4 commenti:

  1. Imprecavo giusto ieri sul treno-bidone che mi riportava a casa stracarico dei soliti pendolari (categoria alla quale sono appartenuta fino a qualche mese fa), perché su sette persone sedute intorno a me, ben cinque parlavano contemporaneamente al cellulare. E quindi penso alla tua signora cinese ed alla sua capacità di sintesi incomprensibile e allora impreco anche contro le tariffe decisamente troppo convenienti che permettono alla gente di rompere i cabasisi al prossimo su un treno affollato. Domanda: è vero che in Giappone è vietato parlare al cellulare sui mezzi? C'è speranza per il futuro?

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  2. Ciao Betelgeuse,

    ben ritrovata! Effettivamente dà fastidio anche a me esser circondato da telefonatori. Perchè gli italiani, al pari dei cinesi, sembra che sappiano solo urlare nel telefono.

    Invece i giapponesi sono molto discreti. E ti confermo quanto mi chiedi: su treni e autobus interurbani l'uso del cellulare NON è vietato. E' sconsigliato, e tanto basta ai cortesi nipponici, per non farlo e pertanto evitare di disturbare i vicini di posto con le proprie - seppur sussurrate - chiacchiere. Altri posti, altra civiltà.

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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  3. Ora sembra che in Italia per sfuggire a rumori molesti sarà possibile, su alcuni treni, comprare il silenzio pagandolo però (ahimè) a peso d'oro.
    Tesea

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  4. Ciao Tesea,

    fantastica Italia. Quello che nelle nazioni civili (Giappone) è una consuetudine sancita da regole che tutti rispettano, da noi occorre pagarla.

    Non ce la faremo mai a diventare un posto civile.

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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