Non c’è bisogno di andare in giro per il mondo (anche se aiuta) per trovarsi con degli interrogativi irrisolti. Quante volte vi è capitato di incrociare qualcuno per strada, magari fissarlo un attimo di troppo, fino a suscitare la sua risentita attenzione, mentre vi state chiedendo: ma chi mi ricorda questo? Lo conosco o assomiglia solo a qualcuno di mia conoscenza?
Mi è successo proprio di recente, sotto i portici di Cuneo, per Santo Stefano, mentre annusavo l’aria frizzante prediletta da Giorgio Bocca. Per un po’ ho camminato accanto ad una signora minuta, di carnagione appena bruna, forse sudamericana, che mi ha attivato il processo mentale di identificazione: ma chi è?
Solo dopo qualche istante ho deciso che non la conoscevo. Apparteneva a quella tormentata specie di esseri umani che, ad un certo punto della loro vita, forse scontenti di se stessi, certo con qualche condizione più da lettino dello strizza che da bisturi, decidono di iniziare un irreversibile (e talora ossessivo) processo di chirurgia estetica facciale.
Con le parole del grande Michele Serra, quando narrava degli americani e della loro mania per la chirurgia estetica: ci sono dei vecchi che sono bellissimi (sottinteso: al naturale). E questi vecchi sono belli perché portano scritto in faccia tutto quello che hanno passato nella loro vita. Un viso come un atlante da leggere.
L’incapacità di accettare il trascorrere del tempo porta tanta, troppa gente a voler assomigliare ad un se stesso che fatalmente non c’è più. Quanti Dorian Grey ci sono al mondo? A me incontrare un vecchio con il volto rugoso dà sensazioni di conoscenza, di esperienza, di vita vissuta appieno, mentre mi inquieta sommamente imbattermi in donne che spianano brutalmente ogni asperità, ogni segno, ogni riga del viso a colpi di botox o con iniezioni di silicone. Droga per i fissati dell’immagine, altrettanto venefica e pericolosa di quelle che si iniettano in vena e regalano paradisi artificiali, pronti a svanire al termine del viaggio, lasciando il posto a desolanti realtà da rinnegare con la prossima dose.
Mi chiedo, senza trovar risposte: ma si piacciono queste persone? Davvero si ritengono migliori, più belle, con quelle facce omologamente e innaturalmente gonfiate, con quegli occhi strizzati e quegli zigomi prominenti? E che dire di quei labbroni che vorrebbero esser sensuali ed invece – mio parere, per carità – cadono spesso nel ridicolo? C’è mai qualcuno, nei circoli frequentati da questi adepti del bisturi, che ha la franchezza, l’ardire, l’onestà di dirgli in faccia quello che pensa, invece di cinguettar loro ipocritamente, ma come stai bene, sembri vent’anni più giovane, ehhh, proprio soldi ben spesi...
Preferisco la mia bruttezza, originale perché unica, le rughe, le imperfezioni di una pelle che ha affrontato e resistito a ormai più di cinque decenni, alla omogenea bellezza artificiale, anonima perché ripetuta all’infinito, sempre con gli stessi orripilanti risultati estetici. I McDonald’s delle espressioni: dovunque tu sia, sono sempre uguali a se stesse.
Signore – e signori – specchiodipendenti: imparate ad accettarvi. Perché se no siete destinati al club degli omologhi, dalla stessa identica, finta, plastificata faccia da senza età. Per non parlare del cervello.
Prossime puntate della serie (ma non so quando usciranno!):
- Il riporto.
- Gli eterni abbronzati.
- Il riporto.
- Gli eterni abbronzati.
Leggendo il post non posso impedirmi di pensare a questo ex salumiere francese che è riuscito a vendere 500 mila protesi mammarie nocive utilizzando anche additivi per carburanti tra le varie sostanze tossiche...
RispondiEliminaQueste persone sono anche vittime di una tirannia, una norma...imposta dalla società, le aziende di cosmetici, la stampa femminile...oggi, il corpo è diventato un patrimonio...ci si parla di capitale bellezza, capitale solare, capitale salute...non è più accettabile di avere un naso importante, un seno modesto, un sedere piatto...non è più accettabile di invecchiare...ecc...E raccapricciante pensare che la gente voglia assomigliare a modelli che non esistono nella natura : immagini di donne elaborate al computer, fotografie ritoccate con photoshop...ecc...
Alex
ciao Alex,
RispondiEliminahai ragione, la colpa è dei canoni obbligatori a cui troppe menti deboli non sono capaci di ribellarsi. Canoni creati, artificiali, roba fatta apposta per spennare i gonzi che credono di diventare migliori aggiustandosi qua e là.
Senza mai guardarsi davvero dentro, invece che troppo allo specchio.
Da questo lurido business nascono anche le criminali speculazioni di chi trapianta inserti pericolosi e nocivi nel corpo di donne troppo fiduciose nell'etica di chirurghi estetici e produttori di protesi mammarie...
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP
Le foto mostrano tante fidanzate ideali di Frankestein. Ma non solo di lui: ormai si aggirano anche molti imitatori di genere maschile.
RispondiEliminaTesea
ciao Tesea,
RispondiEliminacontinuo la serie delle mie tardive repliche.
Come vedi, per par condicio, ho pubblicato mostri al femminile, ma anche al maschile. Perchè la vanità non appartiene solo al gentil sesso. Anzi.
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP