sabato 2 giugno 2012

Ho visto il Papa…

... cinguetta giuliva nel telefono una giovane signora, passando accanto al dehor di un locale nei pressi di corso Magenta, mentre mi arrabatto a spiegare a due giapponesi che cosa sia la cotoletta alla milanese. Finchè uno s’illumina, estrae il Baedeker sull’Italia nella sua lingua, lo scorre rapidamente fino alle pagine su Milano e punta il dito su una foto. Sì. È quella. Problema risolto.

Traffico bloccato, centro paralizzato e fasciato di nastri sventolanti e festosi. Vigili che fischiano come dei pecorai all’indirizzo di un tizio dell’azienda trasporti che, indifferente ai divieti, tenta di inoltrarsi sul percorso sacro in sella ad un profano scooter. Volontarie quasi adolescenti sedute per terra, a fumare o a riposarsi le gambe affaticate dall’attesa del momento clou. Volontari coetanei – boys will be boys – che, padroni della strada, giocano a pallone con un turacciolo tra le rotaie orfane di tram fermi nei depositi.

Su ogni crocevia almeno due ghisa. E vorrei pure vedere, se devo dar credito ad un taxista che parla di un lauto bonus da cinquecento euro a cranio, per lavorare oggi e domani. Poliziotti dalle palette nervose. Circolare circolare. Lei dove crede di passare, qui è tutto chiuso. No no, nemmeno attraversare si può. Deve passare il papa, mica topolino. Finanzieri strippati in uniformi di gala acquistate una taglia fa e mai più usate da allora. Transenne ovunque, per trattenere un inesistente pubblico. Molti milanesi hanno scelto di lasciare la città ai turisti della fede, riconoscibili dal fazzoletto al collo e la camminata affranta del pellegrino dai piedi lessati dall’asfalto impietoso.

Qualche prete filippino, sbracciato e accaldato, cerca di radunare le proprie recalcitranti greggi. Sirene. Auto torve dai vetri fumè e dalle gomme rabbiose sul selciato lapideo. Sembra il giro d’Italia ma senza la folla plaudente e le borracce che volano.

Infine arriva una teoria di berline d’alto bordo, ammiraglie ingombranti e confortevoli, in cui gli uomini diventano piccoli piccoli, quasi scompaiono in tanta opulenza meccanica. Passano di buona carriera, e capisci che era lui perché subito dopo le transenne si aprono ed il traffico veicolare lentamente riprende.

Chi si aspettava un papa in bella vista, lento e benedicente una Milano semivuota, resta deluso. La cameriera egiziana del locale della cotoletta mi chiede stupita: ma è già passato? Sì, è già passato.

Ho visto il papa, dice la telefonatrice in transito, a conferma del momento ormai sfumato. Io no. Ma ho visto tutto il resto. Compresa una Milano per un paio di ore miracolosamente vuota di traffico, quasi pulita. E mi sono divertito un sacco.


6 commenti:

  1. La città semivuota non mi sorprende ! Ho letto da qualche parte che tra i dieci cognomi più utilizzati a Milano tre sono di origine cinese. Primo fra tutti Hu che scalvaca addirittura il cogome Brambilla, diventando il secondo dopo Rossi...e siccome il papa non è particolarmente apprezzato dai cinesi...

    Alex

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  2. Ti sarai divertito, ma il conto glielo paghi tu :-)

    dragor (journal intime)

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  3. ciao Alex,

    penso sia vero quello che citi, ed anche il suo contrario. Non credo che i cinesi (intendiamo Pechino e il suo apparato) siano particolarmente apprezzati dallo staterello enclave di Roma. Perchè sono entrambi simboli di poteri forti. E quando tali poteri forti si incontrano, spesso si scontrano, giusto per dimostrare chi sia il più possente. E lì è una bella lotta...

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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  4. Hai ragione Dragor, il conto glielo paghiamo noi. Ma tanto siamo abituati, e mi sa che continueremo a pagare, alla Totò (e io pago!...). Tanto vale divertirsi un po'.

    Se no che si paga a fare?

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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  5. Se non altro un miracolo il Papa l'ha compiuto: Milano deserta a giugno.
    Tesea

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  6. Ciao Tesea,

    effettivamente...

    Questa è carina!

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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