Monumento simbolo della pazienza umana, la Grande Muraglia scorre come un infinito serpente sui rilievi collinosi, quando non montagnosi, della Cina settentrionale. Una visita d’obbligo per qualsiasi turista, al punto che troppa gente affolla i suoi saliscendi, le sue ripide scalinate lapidee, i suoi camminamenti larghi e purtroppo abitati da mercanti improvvisati di tutto l’orrido repertorio di oggettistica da ricordo.
Mai in Cina si ha una sensazione di privacy, di intimità. Men che meno in questo luogo storico, forse una volta glorioso, oramai vetrina di inutili esibizionismi. Gente dappertutto, in un miscuglio di sudore, fatica e paura. Gente che sale, arrancando, dei gradini di altezza irregolare come l’andamento della collina. Passi incerti, un ritmo spezzato da una salita scomoda, unico ausilio un mancorrente purtroppo ad altezza cinese. La stessa gente che poi scenderà, talora con scarpine impensabilmente inadatte, le pietre levigate da milioni di passi, reggendosi a due mani alla salvifica sbarra.
Una transumanza nei due sensi, si sale e si scende tenendo la destra, ognuno segue questa regola non scritta, chissà chi è il primo che lo ha stabilito? Tutti fotografano tutti, in una sagra dello scatto continuo. Non c’è un posto dove non ci sia folla, e nessuno pare curarsene. Ci si ferma, ci si irrigidisce in posa, sorriso finto stampato sulle labbra, l’importante è potere dire c’ero anch’io. In quante foto sarò comparso, involontario invasore di quadretti familiari altrui?
Alle mie spalle due coreane belle ed inutilmente eleganti si fotografano a vicenda, indifferenti alla mia presenza sul bordo del bastione dove cerco di cogliere qualcosa dell’essenza di questo luogo. Mi offro di ritrarle insieme, magari così se ne vanno e la smettono di cicalecciarmi nell’orecchio. Naturalmente subito non capiscono, e mi rispondono che sono sorelle. Coreane. Che altro potevo aspettarmi? Poi s’illuminano, mi porgono la macchina a due mani, esibiscono le loro file di denti all’obiettivo. Alfine se ne vanno, non senza essersi profuse in inchini e ringraziamenti cerimoniosi.
Osservo questo enorme nastro di pietra che si srotola sulla terra color ocra. Titanico. Seppure né alto, né possente. Ma esteso per cinquemila chilometri. Duemila anni per costruirlo. L’unico manufatto umano – dicono – visibile dalla Luna. Mi interrogo, senza trovare risposte: perché proprio qui, su questa collina, e non su un’altra qualsiasi delle mille uguali che ci circondano? Dov’è il criterio, chi ha deciso per primo che questo monte doveva stare di qua, e quello di là? Senza vedute aeree, senza mappe. E quanti uomini ci saranno voluti per presidiarla, ammesso che fosse possibile farlo su tutta la sua sterminata lunghezza?
Mi guardo intorno, e trovo la risposta nella folla. Capisco. Solo in Cina poteva nascere un progetto di questo respiro. Una civiltà antichissima. Cultura, genio, ambizione. E manodopera a iosa. Avevano tutti gli elementi per realizzarlo. Lo hanno fatto. È ancora qui. Per noi, e chissà per quante generazioni a venire. La stessa sensazione che si può provare davanti alle piramidi, o alla Pietà di Michelangelo. Gli uomini passano. Le prove del loro genio restano. E insegnano, silenziose.
Prima pubblicazione : 17 agosto 2007
Mi sembra che la Grande Muraglia sia lunga 3000 chilometri. Possibile che non si trovi nemmeno un paio di metri per starsene in pace?
RispondiEliminaE' il destino di tutte opere d'arte, una volta apprezzate solamente da qualche amatore e adesso al centro di un culto di massa. Forse la Grande Muraglia e le Piramidi non riveleranno mai i loro segreti.
A presto HP.
dragor(journal intime)
Era a Badaling ? Ieri opera militare, oggi autostrada per pedoni. Questo titanico non sarà travolto dallo tusnami dei turisti. Invece, il titanico rischia di arenarsi, sommerso da un'altra muraglia più grande : il deserto di Gobi.
RispondiEliminaAlex
ciao Dragor,
RispondiEliminagrazie della visita e del commento. Di sicuro, su tutta la lunghezza sterminata della muraglia, ci saranno dei posti senza la solita disordinata folla. Purtroppo grandi tratti della stessa sono chiusi, perchè stanno andando in rovina, e sarebbero pericolosi per chi li percorre. Per cui la gente si ritrova ad andare tutta insieme nelle poche zone in cui il pubblico è ammesso.
Ciao, a presto,
HP
ciao Alex,
RispondiEliminasì, era proprio Badaling, il posto più vicino ed accessibile da Pechino.
La desertificazione avanza. Il Gobi potrebbe un giorno sommergere la non altissima muraglia. I cinesi stanno correndo ai ripari. Nuovi progetti di forestazione si stanno sviluppando attorno a Pechino. Speriamo siano di successo. Se no il deserto scenderà verso sud, portando con sè siccità, perdita di raccolti, povertà, emigrazioni massicce.
Grazie del commento, a presto,
HP
Ho provato sensazioni simili a Giza: davanti alle piramidi, frotte di turisti frettolosi con fotocamera che sciamano ovunque. Che Ra li strafulmini!...
RispondiEliminaCiao Pim,
RispondiEliminagrazie della visita. Credo che sia il destino dei grandi monumenti: vanno visti, che ai turisti interessi davvero o meno. Spesso la gente va lì solo per farsi fotografare davanti alla celebre icona. Per poi mostrarla a casa: vedi? Ero proprio davanti a (aggiungere, a piacere, muragliacinese, piramidi, sampietro, torredipisa, pontedibrooklin, torreiffel, eccetera...).
Condivido l'anatema, opportunamente aggiustato agli dei locali.
Ciao, a presto,
HP