venerdì 24 giugno 2011

Onanismo platonico

Ecco un prodotto che è difficile categorizzare. Va nella rubrica Mai più Senza? Offriamo agli inventori un posticino in Braccia rubate all’agricoltura? O forse meglio si adatta alla collocazione in Cronaca Vera (non la rivista, ma la sezione di Cuore dedicata all’inverosimile pubblicato sulla stampa la più varia)?

Tokyo. Salone della Realtà Virtuale. Già il nome dell’expo non promette alcunché di buono. Gli inventori giapponesi stavolta si sono superati. Siete un single – magari di ritorno. Rientrate a casa la sera, dopo una lunga e snervante giornata di lavoro. Aprite la porta di una casa vuota e buia, senza gli accoglienti suoni di una famiglia che vi aspetta. Posate stancamente le vostre quattro carabattole, e dovete decidere: tivu, libro, doccia o letto direttamente senza gli altri tre conforti da solingo?

Bene. Gli scienziati del futuribile hanno pensato a voi, a cui manca un abbraccio di bentornato (ebbene sì, ci sono ancora mogli – o mariti – che hanno questa sana, tenera abitudine, anche dopo anni di matrimonio. Raro, ma capita).

Sense-Roid. Un brivido mi attraversa la schiena mentre lo scrivo. E non è di piacere. Rabbrividisco al pensiero che qualcuno abbia concepito un marchingegno, in forma di manichino, in grado di restituire elettronicamente al mittente l’abbraccio che riceve. Voi indossate un giubbetto ad aria compressa, collegato al torso che dovete cingere come un’amante che non vedete da tempo, e questa diavoleria dalla pelle di silicone imbottita di sensori, vi restituisce la sensazione che sta provando. Sul vostro corpo. Davvero. Come se steste abbracciando voi stessi.

L’ineffabile signor Takahashi, leader del gruppo di progettisti di tale prodigioso ritrovato, spiega: la gente prova imbarazzo quando non fastidio se viene abbracciata da degli estranei (certo, sono giapponesi: il contatto corporeo è limitato al minimo, ci si saluta inchinandosi reciprocamente, mica ci si dà la mano!). Ma è piacevole, confortante addirittura, ricevere una coccola da un fidanzato o una fidanzata. Ci siamo chiesti cosa avrebbe provato un umano (sono parole grosse!) se avesse potuto abbracciare se stesso. Detto fatto. Dalla curiosità ai confini del morboso, alla realizzazione del Sense-Roid, il passo è stato breve. Piccoli onanisti crescono. Ma per ora si limitano agli abbracci.

4 commenti:

  1. Forse un giorno scopriranno la bambola gonfiabile. Un indubbio progresso rispetto al giubbotto con i sensori e probabilmente anche meno costosa. In ogni caso tutto e' meglio di quegli antigienici e primitivi contatti fra umani, da lasciare ai barbari occidentali

    Grande post cme sempre. Ciao HP, a presto

    dragor (journal intime)

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  2. Il sense-roid esiste da secoli ! Rendiamo a Cesare....L’ineffabile signor Takahashi ha avuto l'idea durante un soggiorno prolungato nel manicomio di Tokyo dove ha potuto sperimentare il sense-roid oppure la camicia di forza come dicono i poveri psichiatri che hanno tentato di curarlo.
    Alex

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  3. Ciao Dragor,

    grazie della visita e del commento. Bello e sarcastico come sai essere tu. A proposito, ho letto stamani il tuo ultimo post, ma non avevo tempo per commentare a modo. Lo farò appena posso. Davvero gustoso - e con una comune connessione con i giapponesi. Tra le altre: ho trovato una espressione quasi identica che abbiamo usato, uno all'insaputa dell'altro, in due continenti diversi, pubblicando più o meno alla stessa ora... Interessante, no?

    ciao, a presto,
    HP

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  4. ciao Alex,

    anche la tua interpretazione del pregevole oggetto è interessante!! E' vero, non ci avevo pensato. Esiste davvero da secoli. E serve sul serio per abbracciare se stessi...

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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