venerdì 3 ottobre 2014

La fortuna è cieca...


Ma la sfiga ci vede benissimo.

Sei una delle tante giovani cicliste partecipanti ai Giochi Asiatici in corso in Corea. Ti sei allenata strenuamente, per affrontare i 126 chilometri della gara su strada, sognando l'oro. Sei arrivata al grande giorno. Hai l'appoggio della tua squadra nazionale, che ti aiuterà nei momenti di crisi.

Parti. Attacchi. Combatti. Arrivi a condurre. Dopo quasi quattro massacranti ore sei in testa e vedi in lontananza il traguardo e la realizzazione del tuo sogno. Manca un chilometro. Cinquecento metri. Duecento metri. Non ti prendono più. Senti già odore di vittoria, di podio, di festeggiamenti.

Ma a cento metri dal traguardo la sorte decide di colpire duro. Una foratura alla gomma posteriore. A quelle velocità da sprint è come correre nel catrame invece che sull'asfalto. Le inseguitrici ti sono addosso. Una, due, tre concorrenti ti sfilano inesorabili. Mors tua vita mea.

Cento maledetti metri e passi dall'oro al collo ad essere appena fuori dal podio. Quel quarto posto che nessun atleta vorrebbe mai.

Nemmeno un misero bronzo hai racimolato dopo tutta questa fatica inutile. Ma la medaglia per la ragazza più sfortunata dei giochi non te la leva nessuno. E con essa la nostra immensa simpatia verso di te, tenera Diao Xiaojuan, atleta di Hong Kong, per un giorno regina dei Paperino ambosessi di tutto il mondo.