domenica 31 marzo 2013

Bellezze al bagno

Sotto gli occhi di bronzo di un canguro all’abbeverata, un gabbiano mette in scena un’allegra prassi ablutoria in una fontana di Perth. Arruffa le penne, si tuffa nell’acqua bassa, sinuoso riemerge e infine dispiega le ali.

Libertà è scegliere di volare via, veleggiando senza sforzo nel vento, con la grazia silenziosa di un aliante. Come scrissi una volta in Corea: deve essere bello avere le ali.




sabato 30 marzo 2013

What a difference a word makes

Home. La differenza nella forza, nella potenza di un messaggio è tutta in quella breve ma fondamentale parola.

Gli australiani hanno una vera ossessione per salvare le vite degli automobilisti. Operando senza sosta per impedire agli ubriachi di far danni al volante. E tempestando i guidatori con continue campagne contro l’eccesso di velocità sulle strade.

L’ennesimo cartello troneggia su un viadotto di autostrada nei pressi di Sydney. Avrebbero potuto dire: drive safely. Guida con prudenza. Ma sarebbe stato il solito, trito, barboso ammonimento a rispettare i limiti e a non fare stupide gare tra auto.

Qualche creativo che si merita il posto di lavoro invece ha pensato bene di aggiungere una parola lì in mezzo. Drive home safely. Ossia, tornate a casa sicuri.

Potenza delle parole. Drive home safely. Perché lì c’è qualcuno che ti aspetta. Non deludere la tua famiglia. Torna a casa. Guidando con prudenza.

Grandi australiani.




sabato 23 marzo 2013

Felicità è…



...giocare con l’acqua, quando si è bambini. Ma a Perth, in pieno centro, nell’installazione artistica chiamata Labirinto d’Acqua, non solo lo si può fare con il permesso della mamma, che sorveglia, vigile ma divertita, cinecamera in mano.

Addirittura l’amministrazione comunale stessa incita il pubblico – si suppone, non solo quello in tenera età – ad interagire con l’opera d’arte. Ma nel contempo avverte, a scanso di cause legali per storte o contusioni da caduta, che ognuno gioca nel labirinto a suo rischio e pericolo.

I bambini, si sa, son di gomma. E saltano, allegri e incuranti degli avvisi, in un caldo sabato d’autunno, tra le cortine di zampilli rinfrescanti. Felicità è...



giovedì 21 marzo 2013

Codini e messeri

La saga continua. Dopo il codino geometrico (Roberto Raggio), abbiamo il codino rinascimentale. Scovati in un catalogo di aviolinea per compratori dell’ultimo minuto a diecimila metri, ecco i segnatempo italiani (?) di Roberto Paggio.

Attendiamo ansiosamente ulteriori sviluppi alfabetici. Codini arborei (Roberto Faggio), codini primaverili (Roberto Maggio), codini filosofici (Roberto Saggio).

Coraggio, creativi: le possibilità non sono infinite, ma c’è ancora spazio per voi fantasiosi coniatori di firme con un tocco di italianità. Il tricolore fa sempre tendenza, non importa quali orrori lessicali si mettano insieme nel nome del profitto. E non vi chiedo nemmeno le royalties sui suggerimenti.




martedì 19 marzo 2013

Luci della città

Di notte ci sono pochi posti al mondo scintillanti e vivaci di colori come l’incrocio più famoso delle strade di Ginza, nel cuore pulsante di Tokyo.

Tutto sembra ruotare attorno a questo caleidoscopio in continuo movimento. I neon illuminano i resti dei baldanzosi eserciti di sarariman, reduci dalle sconfitte alcoliche ad opera di perfidi capi resistenti alla tenzone come se non avessero un fegato a cui render conto.

La gente attraversa il crocevia in diagonale – sulle strisce, naturalmente, siamo in Giappone, mica in Italia – per risparmiare qualche secondo alla ricerca dell’ultimo metrò.

I taxi formano code sornione in attesa dei disperati dalla casa più lontana, selezionando accuratamente i meno ubriachi.

Il cielo lassù è nero come la pece. Ma la città ti inonda con un arcobaleno di tinte.





domenica 17 marzo 2013

Figlie di un dio minore

G.A. Avanti, modaioli. Cosa vi fa venire subito in mente questa sigla? Ma certo. Il nostro Armani nazionale, il gorgeous Giorgio, come lo aveva definito parecchi anni fa la copertina di Time.

Ma G.A. erano anche le iniziali dell’Avvocato per antonomasia.

Qualche cinese, certo dotato di senso dello humour, ancor prima che di senso degli affari, deve aver pensato: perché non mettere insieme le due cose, per dare un inconfondibile e superiore senso di italianità alle mie cinghie?

Signori: ecco a voi Giorgio Agnelli. E le sue cinture. Che per inciso, per non essere nemmeno di pelle – anche se la menzognera stampa all’interno giura il contrario – non sono manco economiche. Only in Singapore shopping centres.





venerdì 15 marzo 2013

Cani al volante

Guidi come un cane. Non si potrà più dire. Non nel senso offensivo con cui lo si usa, perlomeno. Perchè in Nuova Zelanda hanno trovato la maniera di farli guidare, i cani. Davvero, non è un pesce d’aprile in anticipo.

Si tratta di bestiole di canile, animali abbandonati, o salvati da padroni violenti, o semplicemente randagi raccolti per strada.

I volontari dell’associazione per la protezione degli animali hanno avuto un’idea speciale. Insegnare a tre di loro, su degli improvvisati simulacri di cruscotti, a compiere le manovre fondamentali. Curvare, frenare e perfino parcheggiare. Poi, su delle Mini adattate per l’evenienza, dopo due mesi di corso, questi volonterosi allievi hanno dimostrato in pista di essere capaci di condurre una vettura. Da soli, con l’istruttrice che li guidava alla voce, da fuori. Due su tre hanno passato il test. C’è gente che ci mette di più a prendere la patente, pur avendo la parola e un cervello che – forse a torto – riteniamo superiore a quello degli animali.

Hanno scelto apposta dei cani rifiutati, per sconfessare quel brutto preconcetto che l’ospite di un canile sia un essere di serie b, una bestia da scegliere solo se non si ha un’alternativa migliore, un’incognita da mettersi in casa con cautela.

Il motto di questa eccentrica iniziativa? Cani così intelligenti si meritano una casa.

Ma domandiamoci, piuttosto: noi boriosi e arroganti umani, siamo sicuri di essere degni di meritarci delle creature così?





martedì 12 marzo 2013

La banca che viene da te

Letteralmente. Altro che le mendaci promesse pubblicitarie mirate solo ad ottenere i tuoi sudati risparmi e farsi pure pagare per l’oscuro privilegio di affidare i tuoi soldi proprio a quella e non a un’altra. Il concetto di mobile banking totalmente rivoluzionato. Qui non significa che puoi fare operazioni bancarie dal tuo telefonino. La banca è davvero mobile.

Dentro c’è l’impiegato addetto al cambio di valute. Non so se per riservatezza o perché stava scattando l’ora della pausa giusto mentre mi accingevo a fotografarlo, ma mi ha sbattuto in faccia il cartello Break ed ha spento le luci della mini agenzia. Ma niente paura: per prelievi fuori orario c’è addirittura il bancomat. Cosa vogliamo di più? La banca non hai bisogno di cercarla, la trovi parcheggiata sotto casa. Only in Thailand.





domenica 10 marzo 2013

Drive & Drink

Si sente sempre parlare di Drink & Drive. A Singapore una creativa e talentuosa pubblicità rovescia l’assioma. Tutti condannano la gente che prima beve e poi guida. Ma qui fanno sul serio. E affrontano la questione a monte del misfatto.

Non raccontiamoci storie: quando esci di casa sai già il programma della serata, e se ci saranno libagioni comunitarie inebrianti, minacciose per la capacità di guida. Nessuno, men che meno i poliziotti, abbocca alla facezia, toh, ma guarda, ero convinto di andare ad una degustazione di tè verde, e invece...

Per cui, al posto del solito non guidare dopo aver bevuto, questi geni della comunicazione sociale ti dicono, non guidare prima di bere. E non guiderai mai ubriaco.

Pensateci prima, per non pagare – e caro – dopo. Only in Singapore.




venerdì 8 marzo 2013

There’s an app for that!

Vecchio motto di Steve e della sua banda, per suggerire che il decisivo vantaggio di utilizzare uno dei loro oggetti di culto (guai a chiamarli banalmente telefonini) sta nella quantità quasi infinita di cose che puoi fare con tale aggeggio – spesso perfino telefonare.

Ma bisogna riconoscere che, in mezzo al gran pattume informatico disponibile per lo scarico gratis – o contro modestissima mercede – sui nostri sempre più gremiti dispositivi cosiddetti intelligenti, ogni tanto qualche programmatore di buon senso conia delle applicazioni seriamente utili. Come questa.

Se una donna per strada si sente importunata o minacciata, scuotendo il telefonino può non solo far scattare una lancinante sirena d’allarme, che richiami l’attenzione di qualche passante coscienzioso e magari faccia scappare il malintenzionato, ma nel frattempo invia automaticamente una mail a degli indirizzi prestabiliti, con tanto di mappa che indica la posizione esatta dove si trova la potenziale vittima. Non sarà la panacea contro tutti i mali, ma è già un passo in avanti. E se servisse ad evitare anche solo una violenza nei confronti di una donna, allora è stato tempo molto ben speso da parte dello sviluppatore.

Chiunque tu sia, anonimo scrittore di codici binari, hai tutta la mia simpatia.





mercoledì 6 marzo 2013

Conosco i miei polli

... sembra dire il foglio delle istruzioni di sicurezza dall’aereo. China Eastern Airlines. Mi tocca un posto accanto alla porta. Prima del decollo uno steward fa la solita operazione di routine: si assicura che i passeggeri vicino all’uscita di emergenza sappiano cosa fare, in caso di bisogno. Mi schiaffa in mano un foglietto plastificato pieno di disegnini educativi. Diligentemente – non si sa mai! – lo leggo. Finché mi cade l’occhio su una scritta.

Non distruggete il rilevatore di fumo nei bagni. I cinesi sono notoriamente dei fumatori accaniti. E altrettanto sono riottosi a seguire le regole dettate sia della buona creanza sia dalle recenti leggi circa il divieto di fumare nei locali pubblici. Siccome in una cabina di aereo è francamente difficile mascherare un filo di fumo, l’unico posto dove ci si potrebbe - illegalmente - godere una sigaretta in pace, al riparo da occhi indiscreti, rimangono le toilettes. Peccato che questi guastafeste delle compagnie aeree ci mettano i sensori, che svelano la furberia. E allora? Ma che domande: basta distruggerli!

Da qui il cartello. Only in China.