lunedì 29 settembre 2014

What were they thinking?


Chi seleziona le fotografie non parla con l’articolista. Che di rimando non controlla quali immagini verranno accoppiate all’articolo.

Ditemi che a La Stampa funziona così. Almeno nelle redazioni rivierasche dell’imperiese.

Perché altrimenti non si spiega come un innocuo trafiletto relativo a piccanti retroscena di saloni di massaggio gestiti da cinesi si trasformi in un capolavoro di umorismo involontario.

Questo è il pezzo.


Questa è l’immagine centrale, ingrandita. Fate caso alla didascalia (e per favore trascurate l’ortografia).


Tanto valeva titolare: avvocato sorpreso sotto le capaci mani di una masseuse.






sabato 27 settembre 2014

Alla ricerca del metano


Sui giornali italiani fa notizia il ragazzo indiano che è stato ucciso da una tigre nello zoo di Delhi. Invece in India questo non merita che un trafiletto senza neppure una foto.

Il clamore mediatico è riservato a una sonda spaziale indiana che dopo circa trecento giorni di viaggio ha raggiunto Marte e si è correttamente posizionata in orbita attorno al Pianeta Rosso.

Quello straordinario uomo di marketing che è il nuovo Primo Ministro Modi, prima di saltare su un aereo e andare a trovare Obama, ha trovato il tempo per annunciare in diretta il successo della tecnologia aerospaziale indiana, congratulando il team di scienziati che hanno permesso questa impresa. La navicella spaziale si chiama Mars Orbiter Mission, in breve MOM. Qualche genio della battuta gli ha perfino messo in bocca uno slogan da fare invidia a Renzi: MOM doesn’t disappoint. Chi conosce l’inglese sa che potrebbe anche esser letto come, la mamma non delude mai. Sembra quasi di vederlo che strizza l’occhio mentre lo dice.


Al contrario delle poche altre nazioni che hanno già raggiunto Marte, ma solo dopo alcune prove fallite, gli indiani hanno fatto centro al primo colpo: altro motivo di orgoglio nazionale. I giornali raccontano delle altrui vicissitudini interplanetarie, come satelliti persi in fase di lancio o durante il lungo tragitto. Dopo tanto dispiego di tecnologia rasenta il comico che una sonda giapponese abbia fallito la missione... per un errato calcolo del carburante necessario, come una qualsiasi Panda dispersa sull'autostrada con la spia arancione accesa.

Finalmente qualcuno si degna perfino di spiegarci che cosa cavolo ci vanno a fare su Marte, visto che i marziani sono una fantasiosa invenzione utile solo per barzellette e scadenti film di fantascienza. Alla ricerca del metano. Ovviamente non come alternativa per riscaldare i nostri appartamenti in vista delle ripicche di Putin, perché sarebbe obiettivamente complicato costruire e soprattutto tirare una tubazione fin laggiù. Il metano come prova di esistenza, anche passata, di qualche forma di vita compatibile con quella terrestre, viste le similitudini dei due pianeti. Qualche scienziato già ipotizza che la vita possa essere iniziata su Marte, e che si sia fortuitamente trasferita sulla Terra alcuni miliardi di anni fa, magari trasportata da un meteorite che, come un enorme pallone impazzito calciato da un titano, ha battuto su Marte e poi, rimbalzando, è andato a impattare sulla nostra cara vecchia Terra, seminando violentemente il germe della vita.

Certi scienziati hanno più fantasia degli autori di Star Trek.