Ho un sacco di racconti fermi lì, sospesi, a metà strada. Solo abbozzati sul Moleskine, come creta che non si plasma, ma ti si affloscia fra le dita. Deve essere il caldo. Forse il bisogno di una pausa, di riposare la testa. La voglia di vacanze. Fatto sta che non riesco a finirne nemmeno uno in maniera accettabile.
Quando succede questo, ho solo due strade. O mi fermo, oppure leggo. Di solito i miei autori favoriti mi fanno venire di nuovo voglia di scrivere. Spirito di emulazione, forse. Ammirazione per i professionisti che, quelli sì, sanno scrivere davvero. Insomma, in genere il motore, stanco ed ingolfato, riparte tossendo, finché la scrittura non si fa scorrevole e liscia, ed allora tutto torna facile.
Ma se non funziona nemmeno lo stratagemma della lettura di qualche buon libro, allora non resta che attingere dal pozzo, non profondissimo, delle mie riserve di racconti.
Faccio un salto indietro nel tempo, ad una decina di anni fa, quando frequentavo con assiduità le spiagge versiliesi. Ecco che mi viene voglia di inaugurare una nuova categoria. La mia Toscana. Quanto mi piace ritornarci. Sento odore di casa. Sento i suoni familiari della parlata locale, che mi delizia le orecchie tutte le volte. Rivedo facce note, sempre le stesse, anno dopo anno, che ti danno quella rassicurante sensazione di appartenenza, di continuità, di clan. E nello stesso tempo rivivo storie lontane, anni di fanciullezza trascorsi laggiù con la famiglia. Tradizioni che ritornano. I nostri morti sono ancora vivi, in quelle immagini, in quei ricordi.
Qualche giorno di vacanza, goduto appieno, a cavallo tra fine giugno e inizio luglio, mi ha consentito di riassaporare la dolce oziosità di poche giornate viareggine. Qualche giro in bicicletta per quella darsena che il tempo non ha cambiato neppure molto da quarant’anni a questa parte mi ha fatto venire voglia di rispolverare vecchi ritratti e immagini fotografate con la penna nel 1996. Alcune sono istantanee, cronache minime di poche righe. Le avevo scritte per una sfida con me stesso. Era facile raccontare di mondi lontani. Ma il modesto quotidiano di una vacanza nei familiari lidi di Toscana era qualcosa di più difficile, di più impegnativo da cogliere. Richiedeva una speciale attenzione ai particolari che la maggioranza della gente, col naso immerso nel gazzettino sportivo o nel rotocalco pettegolo, nemmeno degnava di uno sguardo.
Il mio piccolo cimento era osservare la gente e raccontare. Non è, in fondo, quello che facciamo noi blogger? Inizia qui la mia breve raccolta di personaggi, anonimi e non, della Viareggio estiva.
Prima pubblicazione : 15 luglio 2008
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