Due passi in una sera pioviginosa in centro a Bangalore, dove il buio cela pietoso le miserie ma anche assassino tende trappole ai pedoni costretti ad arrancare in marciapiedi dissestati al punto che è un eufemismo chiamarli tali.
C’è un cane accucciato contro un muretto. Gli occhi si sollevano per un attimo. Incrociamo uno sguardo. Avessi saputo come fare lo avrei portato con me. Aveva un’espressione indescrivibile: un misto di quieta pazienza, di fatica profonda, eppure di illogica fiducia in un mondo ingeneroso.
Dedicato ai milioni di randagi che ho visto in giro per l’Asia in quasi vent’anni di frequentazioni. Uno per tutti. Un’immagine che ho – ancora una volta – esitato a rubare. Alla fine ho deciso, dal cuore commosso: ecco questo anonimo, universale cane.
E con essa, un racconto inedito scritto nel lontano 1995, in Tailandia. In tutti questi anni non è cambiato nulla. Sono – e saranno – sempre così.
Cani, cani ovunque, tutti imparentati fra di loro e dunque rassomiglianti. Omologamente scarni: qui di ciccia ce n’è poca anche per gli umani, figuriamoci cosa resta ai cani. Hanno lo sguardo altero ma non cattivo, come rassegnati da atavica sofferenza a vivere di stenti. Poi, osservandoli bene, ti accorgi che lo sguardo non è perso nel vuoto. Scruta distante, attento a scoprire qualcosa da mangiare, come se già sapessero di non poterne trovare vicino. Cani.
Caro HP, rifletti esattamente il mio pensiero. Qualche tempo fa avevo scritto un post sui cani in Africa, di cui buona parte si e' rifugiata nella mia casa perche' sanno di ricevere un trattamento umano. E' come dici tu: hanno l'espressione di quieta rssegnazione di chi sa che dalla vita puo' aspettarsi solamente botte. In piu' l'espressione del cane che hai fotografato mi ricorda quella degli ebrei nei lager: autostima a zero, tutto al servizio della sopravvivenza.
RispondiEliminaMagnifico post.
dragor (journal ihtime)
Ciao Dragor,
RispondiEliminagrazie della visita e del commento! Chissà perchè mi sono perso il tuo post sui cani d'Africa. Ma verrò a cercarlo e leggerlo. E' notevole l'osservazione che hai fatto sull'espressione del cane nella fotografia: terribilmente vera...
Ciao, a presto,
HP
Non so cosa dire... ma sento sempre di più che come passa il tempo, amo più gli animali che gli uomini. E' per colpa nostra che questo cane è ridotto così e mi vergogno.
RispondiEliminaCiao Selene,
RispondiEliminasei in buona compagnia. Con la disillusione nei confronti del genere umano si instaura la confortante sensazione di saper di potere contare sui nostri amici a quattro zampe.
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP