Cadel Evans: il primo australiano a vincere il Tour de France. Tre anni fa l’ho visto passare in maglia gialla sulle nostre strade, quando la carovana è transitata per Cuneo. Per celebrare questa vittoria dello sport di Down Under, ripropongo il racconto scritto allora.
Madonna come camminano
L’attesa, la trepidazione, l’impegno per cercare il punto giusto in mezzo a una folla accaldata che tutto occupa e tutto invade, nonostante le sporadiche raccomandazioni di qualche volonteroso addetto con giubba catarifrangente. Il tempo passato ad immaginarsi l’inquadratura giusta, l’angolo ideale, privo di teste, di mani, di giornali che ti impediscono la vista e lo scatto. Il risultato di tutto questo si concentra in quel baleno multicolore.
Arriva qualcosa. Moto con le sirene che guaiscono. Un paio di macchine. Altre moto, più nervose, con ammonitori fari accesi. Sale la tensione, la gente si sporge sulla strada. Rumoreggia. Come una ola che corre lungo il percorso. Ed infine, all’imbocco della salita, quattro fuggitivi che si agitano sui pedali. Il tempo di respirare, di imbracciare lo strumento, ripassando mentalmente se le regolazioni sono tutte a posto, il dubbio dell’ultimo istante che ti assale sempre quando maneggi queste malefiche diavolerie elettroniche, è accesa?, sono sul programma giusto?, la batteria reggerà la raffica di scatti?, e poi, pronti via, eccoli qui, clic clic clic clic clic sono già passati, sono già chissà dove, urla applausi incitamenti bambini sulle spalle dei genitori che imitano l’entusiasmo dei padri.
Lo sai che sono professionisti, è il Tour de France, mica la pedalata della parrocchia. Lo sai che è la loro vita macinare chilometri su chilometri con il sedere sul sellino di quella navicella spaziale che è diventata la bicicletta da corsa. Lo sai che ci vuole del coraggio a buttarsi giù a novanta all’ora da certe discese, salvaguardati da un caschetto che ti dà la stessa idea di protezione di un guscio d’uovo. Lo sai che ci vogliono delle gran gambe per il colle dell’Agnello che ti toglie il fiato solo a guardarlo sulla mappa.
Ma non sei mai preparato a vedere questi quattro proiettili che ti arrivano addosso in un batter d’occhio. In salita. Dopo centocinquanta chilometri di montagne. Ditemelo, dove diavolo lo avete nascosto il motore? Swoooooosh. Un silenzioso refolo di vento tecnologico ed è tutto finito. Un tifoso accanto a me ha la faccia stupefatta. Mi guarda e fa: Madonna come camminano.
Prima pubblicazione : 20 luglio 2008
Madonna come camminano....a tutta birra ! almeno per Cadel Evans :-)
RispondiEliminaAlex
Io ho seguito il Tour alla TV grazie al digitale terrestre che ci offre F2, una novita' per il Rwanda. Ma credo che un passaggio come quello che hai descritto al naturale sia piu' emozionante di un'intera tappa seguita alla TV. A dire il vero sostenevo Andy Schleck da quando, nel Tour dell'anno scorso, gli si e' rotta la catena della bicicletta mentre attaccava Contador in montagna. Sono rimasto un po' deluso quando Evans gli ha soffiato la maglia gialla nel contre-la-montre.
RispondiEliminaCiao, a presto
dragor (journal intime)
Ciao Alex,
RispondiEliminaquesta è buona! Cadel, da autentico aussie, apprezzerà lo humour... a tutta birra!!!
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP
Ciao Dragor,
RispondiEliminagrazie della visita e dell'apprezzamento!! Vedi, i tifosi si schierano sempre. Certo che Andy avrebbe meritato che la fortuna pareggiasse i conti. Ma Evans non è da meno. Ed è a fine carriera che ha colto il successo più importante. Sono contento per lui. E dal prossimo anno spazio anche per i fratelli Schleck!
Ciao, a presto,
HP