domenica 23 ottobre 2011

Quale allegria (2)

Sarebbe potuta (e dovuta) essere una domenica di festa. Di celebrazioni, almeno da una parte. Dopo sei settimane di battaglie, Francia e Nuova Zelanda si affrontavano ad Auckland, nella tana degli All Blacks, per decidere chi avrebbe sollevato la Coppa del Mondo di Rubgy.

Per la cronaca, hanno vinto gli All Blacks, con un risicatissimo punteggio di 8 a 7. Una meta per parte, un solo punticino di distacco, che fa un mondo di differenza.

Ma proprio mentre agli antipodi si battevano i rugbisti, a Sepang, in Malaysia, Marco Simoncelli perdeva la sua giovane vita in un incidente, al primo giro del Gran Premio di motociclismo. Difficile trovare le parole. Perfino i solitamente caciaroni commentatori televisivi alternavano momenti di silenzio a frasi gravi e imbarazzate. Un’ora di incertezze e di agitazione. Quelle immagini, riproposte più volte, inquietanti, evocavano ricordi di altri scontri, di altri investimenti, purtroppo finiti tragicamente. L’aria era pesante, non faceva presagire nulla di buono. Fino all’annuncio ufficiale, in diretta: Marco Simoncelli is dead.

Non ci si pensa mai che un ragazzo ventiquattrenne, famoso, guascone, spassoso, possa andarsene così, in un’istante maledetto, per di più davanti agli occhi di un padre frastornato da un evento troppo madornale per farsene una ragione.

Addio, Marco. Forse un giorno saresti diventato un campione del mondo, come già lo eri stato nella classe 250. Vai a far compagnia a quella stirpe di combattenti che hanno acceso la fantasia dei tifosi degli sport motoristici e che, come te, sono morti troppo presto. Ma la loro leggenda rimane: Gilles Villeneuve, Ayrton Senna, Jarno Saarinen, Daijiro Kato. Da oggi, lassù, c’è un asso in più.


6 commenti:

  1. Nessun problema di connessione con il Rwanda.
    Confermato da fonte attendibile.
    Marianna

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  2. Grazie della notizia, Marianna, anche se questo non serve a tranquillizzare, anzi.

    Non so cosa pensare e non ho nessuna idea su come mettermi in contatto in maniera più diretta di mail o tramite i blog con Dragor. Ed un'assenza di oltre due settimane è veramente strana.

    Non vorrei che avesse avuto qualche problema di salute (non aveva parlato di malaria qualche tempo fa?) e magari sia ricoverato da qualche parte dove non ha la possibilità di avere un PC per collegarsi con il resto del mondo...

    E non so come fare a rintracciare nè Minou nè Dedè.

    Qualcuno che legge ha qualche canale che noi non conosciamo per cercare di conttatare Dragor o la sua famiglia? L'unica cosa tranquillizzante è che ho provato a fare una ricerca sul sito del Nice Matin, e Kigali o Rwanda non danno nessun articolo recente che indichi fatti accaduti laggiù ad un residente di Nizza...

    Teniamoci in contatto...

    HP

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  3. Certo. Stai tranquillo. Appena la mia fonte mi dà qualche notizia, te la comunico.
    Un abbraccio.
    Marianna

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  4. O.T : Anch'io, Mariana, sono preoccupato, leggo ogni giorno la stampa rwandese. Pero, fa solo tre settimane ! Forse come lo suggerisce Ferdinando si tratta di un problema di salute, di alloggio, con la suocera, la moglie, il lavoro...ecc...Non dimentichiamo che l'amico Dragor ha sopravvissuto al genocidio rwandese, alla malaria..ecc...Dragor ha sette vite come i gatti. Forse, la sua famiglia no sa niente di Journal Intime e quindi non possiamo contattarla. Io, ho pensato ad un modo per avere notizie di Dragor, pero sono molto riluttante a farlo. Perché c'è qualcosa a cui Dragor tiene soppratutto : il suo anonimato. Non vorrei tradirlo. Un vero dilemma.

    Alex

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  5. Hai centrato in pieno il punto, Alex, ed è lo stesso mio dilemma. L'anonimato a cui Dragor tiene, e che noi tutti vogliamo rispettare. Al punto di non sapere neppure il suo vero nome, nè dove sia adesso.

    Questo è un po' il limite dei nostri blog. Succedesse qualcosa a me, nessuno saprebbe come accedervi per scriverci. Perchè le password le ho solo io. Credo che la famiglia di Dragor sappia di questo suo spazio. Quello che non so è se in questo momento si preoccupino di accedervi. O abbiano la testa presa da altri pensieri.

    Davvero complicato, decidere qualcosa di sensato da fare. E stare qui ad aspettare senza aver notizie diventa ogni giorno più difficile...

    Se almeno sapessimo come mettersi in contatto con Minou...

    HP

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  6. Caro Ferdinando, l'incubo è finito e tutto è in ordine.
    Speriamo che Dragor capisca che se lui è importante per gli amici, che lo stimano e gli vogliono bene, deve lasciare una qualche minima indicazione perchè,in qualche malaugurata circostanza(speriamo non capiti mai!!!) si possa avere sue notizie.
    Grazie anche a te comunque per aver concorso alla strategia di ricerca.
    E teniamoci in contatto.
    Almeno noi blogger della diaspora da La Stampa.
    Un abbraccio affettuoso.
    Marianna

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