Slogan di grande impatto, è uno dei mille simboli della maniacale attenzione dei governanti australiani verso la guida sicura. Nei week-end lunghi, o nelle vacanze scolastiche, quando la gente si sposta e trova normale farsi ottocento chilometri in macchina, la polizia non può costringere tutti a fermarsi per non addormentarsi al volante. E allora? Sfrutta la loro passione per il caffè. Cartello: fermati, riprenditi, sopravvivi! Se ne vedono ogni circa cento chilometri, in corrispondenza di apposite aree, dove fermarsi, fare quattro passi, scaricare la fatica e bere una bella tazza di caffè. Gratis. E chi paga?, chiedo al mio ospite. Le attrezzature sono finanziate dall’Autorità delle Strade dello Stato, mentre il caffè è gentilmente fornito dallo sponsor, la Nestlè.
Ossessione da eccesso di velocità. Sulle strade si combatte la quotidiana battaglia tra forze di polizia e guidatori indisciplinati. Persa in partenza dai secondi. Lottano infatti contro attrezzature avveniristiche, a cui si può rispondere solo con la forza della ragione: guidando cautamente. I poliziotti, con in mano un aggeggio a metà tra un phon ed una telecamera, sono in grado di traguardare una vettura a più di mezzo chilometro di distanza, aspettando poi che il pollo arrivi a tiro, per notificargli l’infrazione. E sanno esattamente dove appostarsi. Quando li vedi, è già troppo tardi. Vetture civetta, con un radar sul cruscotto, inseguono gli ignari automobilisti. Giorno e notte. Un flash da un ponte, o dal lato della massicciata, o magari dalla vettura che ti segue, e sai che sei nei guai.
Prevenire è meglio che pagare. Le automobili sono dotate di un curioso gadget elettronico, che permette di essere avvisati da un fastidioso cicalino, non appena si supera la velocità impostata. Così, guidando, la gente passa il tempo a verificare i cartelli dei limiti e modificare le impostazioni del giochino salva-patente. Perché ogni infrazione ai limiti di velocità, oltre alla multa, deduce quattro punti dal totale di dodici a cui ha diritto ogni automobilista, prima che gli venga sospesa la patente per un mese. E nei week-end lunghi, giusto per rendere più avvincente il gioco (e più attenti i guidatori), le infrazioni valgono il doppio dei punti!
Passare col rosso? Neanche a parlarne! Sensori annegati nell’asfalto segnalano l’incauto che impegnasse indebitamente l’incrocio. Lo aspetta una bella istantanea che frutterà, oltre alla multa, altri punti al gioco-patente.
Però una quota dei proventi delle contravvenzioni viene destinata all’Autorità del Traffico dei vari stati, per le migliorie alla viabilità. Un esempio emblematico. Percorrendo una strada che esce da Perth, incontro una lunga e costante salita, diciamo cinque chilometri. Qualche anno fa, mi raccontano gli amici italiani di cui sono ospite, un camion a rimorchio si è trovato senza freni proprio all’inizio di questo declivio, peccato che stesse scendendo. Dopo cinque folli chilometri di disperati tentativi di controllare il bestione ingovernabile, è piombato a tutta velocità sull’incrocio in fondo alla discesa, falciando numerose auto ferme al semaforo. Mai più, si disse allora. Soluzione? Con i soldi delle multe, si è costruito, all’inizio della discesa, un piazzale nel quale i mezzi pesanti sono obbligati (e non si scherza con gli obblighi) a fermarsi ed a provare l’efficienza dell’impianto frenante. E se la fatalità capitasse proprio durante la discesa? Quasi al fondo, dove la strada fa una curva, il colpo di genio.
Truck arrester bed. Che consiste in un rettilineo cieco, naturale proseguimento della strada, dotato di sponde in cemento, lungo un paio di centinaia di metri, e con un letto di ghiaia profondo mezzo metro, dove il camion in emergenza può gettarsi, certo che affonderà lentamente nella ghiaia fino al completo arresto, e senza danni per nessuno. Come le vie di fuga in sabbia degli autodromi. Geniale. E costoso. Bastava pensarci e avere le risorse economiche per realizzarlo. E - soprattutto - avere la volontà di fare qualcosa di veramente concreto per la sicurezza degli automobilisti.
Rifletto. Forse in Italia ce la saremmo cavata con quattro cartelli che invitavano alla prudenza. In Australia no. La sicurezza stradale non è un optional. Magari pagherei meno malvolentieri una multa, sapendo che una parte di quei soldi serviranno a farmi viaggiare più sereno.