domenica 23 marzo 2014

L’umanizzazione della macchina


Post ispirato da Irene, cara amica scrittrice (sì, a chiamarla blogger mi sembrerebbe di privarla di un titolo più alto, che so io, come rivolgersi a un marchese dandogli del barone…), che si descrive come, tra gli altri attributi, “blog-sitter”.

Buffo neologismo. Vedo immagini di gente troppo indaffarata per riuscire a coltivare quel contenitore immaginario di recente nascita ma già apparentemente sulla ripida china del viale del tramonto tecnologico che chiamiamo blog. E qui viene in soccorso la figura dell’amorevole e paziente bambinaia delle idee inespresse di chi proprio non ha il tempo, ma ha un’imprescindibile esigenza di tenere costantemente innaffiato il vaso con la piantina dei pensieri. Facendo così crescere la notorietà e la visibilità del VIP di turno, democratico e populista - che va tanto di moda – al punto da mantenere perfino un suo blog, come un carneade qualsiasi.

Mi piace immaginare Irene come un’autorevole tata di altrui bebè informatici. E – pensa un po’ – con l’indubbio vantaggio di non dover cambiar pannolini, pulir sederini, sedare pianti di bambini, disinfettare tagli e metter cerottini. Mica poco.




7 commenti:

  1. Che dire HP? Innanzi tutto lusingata...scrittrice!
    L'esperienza da ghost (che sia libro o blog) è in verità più complessa e, almeno il più delle volte, fa incontrare 'realtà umane' che desiderano una tata per motivi decisamente diversi dalla mancanza di tempo. Difficile da spiegare (e forse pure da credere) ma proprio la notorietà talvolta richiede un ghost... Ma è un discorso lungo e delicato che non è il caso che io faccia qui ;)
    Ti svelo solo che qualche volta la tata servirebbe ai 'fan lettori'!!!
    Comunque HP autorevole tata mi emoziona, eh si. Grazie.
    E' vero non devo cambiare pannolini e preparare pappine...bastano intrugli di parole! Se ti pare io possa farlo bene wow mi rallegri molto. O magari sei troppo buono :)
    In entrambi i casi meriti un abbraccio speciale
    Irene

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  2. Si', ricordo che Irene aveva lanciato l'idea quando era arrivata sulla Stampa. Le ho chiesto di che cosa avrebbe parlato se le avessi affidato il mio blog e lei mi ha risposto "di Codogno". No comment :-) E' vero, attualmente il blog è deliziosamente rétro, un po' come il jazz o il Concorde. E' questa la sua classe. Ma quando FB e Twitter saranno lontani ricordi, i blog saranno ancora li' come le Piramidi a ricordare che l'autentica creatività sfida i secoli. I social network passano, i blog restano. Fra i chats su FB e un blog c'è la stessa differenza che fra il rap e Bach. Il rap possono suonarlo tutti, Bach solo pochi eletti.

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  3. Ho dimenticato di firmare. Rimedio subito.

    dragor (journal intime)

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  4. Concordo con Dragor.
    Tesea

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  5. Dragor secondo me per il compleanno (8anni!!!) del tuo blog hai brindato troppo...io avrei parlato 'di Codogno'?!?!?!?!?
    Mah...
    Comunque viva i blog...e pure i ghostblogger!

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  6. Si cara Irene. Naturalmente si trattava di una battuta e l'ho trovata molto divertente. Se riesco a trovare il post, ti do il link.
    Un abbraccio

    dragor (journal intime)

    dragor (

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  7. Ahhh!
    Sarebbe una chicca...cerca, cerca Dragor ;)
    Un abbraccio a te e al padrone di casa...
    Irene

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