Che in Italia non ci sia una gran conoscenza dell’inglese è fatto conclamato. Siti turistici ufficiali, spiegazioni su monumenti, riviste bilingui sono una inesauribile fonte di sollazzo per la stirpe della lingua di Albione. Consoliamoci. Non siamo gli unici storpiatori dell’esperanto universale. Evidentemente siamo in buona compagnia, se qualche spirito allegro si è preso la briga di creare un sito come engrish.com, dove si raccolgono le bestialità e gli errori dagli effetti comici nelle traduzioni in inglese dal giapponese o dal cinese. Visitare per credere (e ridere).
Ma qui sappiamo fare di meglio. Avendo una quantità di turisti estivi comparabile ai biblici sciami di locuste, noi pensiamo a loro mettendo cartelli stradali rigorosamente in italiano. Giusta rivalsa per il fatto che nel resto dell’Europa nessuno si sogna di considerare e rispettare l’esigenza del turista italiano medio (totalmente ignorante di qualsiasi lingua straniera e talvolta anche della propria) di trovare indicazioni stradali comprensibili anche nell’Iglesiente o nelle valli della Bergamasca? Può essere.
Per dimostrarsi superiori a questi stranieri che non ci accontentano, in fondo basterebbe prendere qualcuno che abbia un inglese appena migliore di quello raggiunto dopo dieci giorni di corso a dispense comprate in edicola, e già si potrebbe scrivere qualcosa di decente sui segnali. Perché qui non sto parlando dei segnali universali, quelli che basta un’occhiata e non occorre leggere nulla. Qui in Italia infatti abbiamo la specialità di inventarci i segnali “condizionali”, quelli con il simbolo e sotto la chiacchierata esplicativa (solo in italiano).
Il limite dei 50, in autostrada, vale solo in caso di nebbia (per fortuna). Il divieto di parcheggio sui viali è a tempo. Dalle 10 di sera alle 5 di mattina, onde evitare frotte di clienti che affollano le strade per i soliti commerci carnali notturni. Per entrare in una ZTL occorre leggere regole fitte e complicate come il retro delle polizze dell’assicurazione.
E così gli stranieri, per cercare di capire come funziona (se così si po’ dire) la viabilità in Italia, devono viaggiare con dizionario, taccuino e matita per scriversi la prosa sotto ai cartelli e cercare di decifrarne il significato.
Ma sfido chiunque a trovare qualcosa che batta la genialità di chi ha messo una serie di cartelli sulla superstrada litoranea tra Livorno e Grosseto. Premessa: la velocità consentita è 110 km all’ora. Col maltempo è giusto consigliare prudenza ed invitare a ridurre la velocità. Nulla da eccepire sul concetto. Ma considerando la zona ed il clima marittimo si suppone che le nevicate siano un fatto piuttosto eccezionale. Eccettuiamo qualche sporadica grandinata, che comunque costringerebbe i guidatori a ridurre la velocità anche senza bisogno di inviti o cartelli. Dunque che altro potrebbe cadere dal cielo se non della pioggia?
Allora chiamiamola così. Perché un cartello che recita, sotto al simbolo velocità massima 90 km/ora, “in caso di precipitazioni atmosferiche” (le ho contate, due parole fanno ben ventisei lettere) mi suona francamente una presa in giro nei confronti dei turisti. Precipitazioni atmosferiche. Vi immaginate una coppia di inglesi che stanno viaggiando sotto l’acqua a cento all’ora, e passano davanti a tale segnale? Cosa c’era scritto? Non so, ho fatto in tempo a leggere preci.. Aspetta il prossimo. Ah, eccolo. Allora? Ora sono arrivato a precipita.. Ma insomma, sei analfabeta? No, prova tu a leggere queste cavolo di parole italiane che sono lunghe un chilometro! Vai più piano, che così leggo tutta la frase. Sei matta, cara? Così questi indiavolati di italiani ci tamponano e ci portano fino a Roma a motore spento! Forse quando sono arrivati a Grosseto hanno decifrato l’interminabile codice da Vinci. Ora si tratta di guardare sul dizionario. E siccome anche i più attrezzati turisti non viaggiano con incunaboli da otto chili ma con dei tascabili che non brillano per selezione di lemmi, ecco che le possibilità che i tapini hanno di capire che il nostro geniale creativo quando ha scritto “precipitazioni atmosferiche” intendeva dire semplicemente “pioggia” sono tendenti allo zero.
Si dice in caso di pioggia, per la miseria! Vorrei che il nostro redattore di cartelli si trovasse una volta a guidare in un’autostrada cinese, con il volo che gli parte tra due ore, e le indicazioni per l’aeroporto rigorosamente in ideogrammi e senza facilitanti simboli di aeroplanini accanto. Forse allora capirebbe cosa significa far leggere ad uno straniero precipitazioni atmosferiche.
Piccolezze? Forse. Ma quando si viaggia all’estero così tanto come faccio io, queste minuscole sgarberie (magari involontarie, ma non per questo più giustificabili) saltano ancora più all’occhio.
Turisti? Benvenuti in Italia. Anzi. Perché farla breve e semplice? Ispirandomi al creativo di cui sopra, così magari mi capiscono meglio : benvenuti nel bel paese là dove il sì suona. E cari inglesi, se non è chiaro, oltre al dizionario portatevi appresso anche la Divina Commedia.
Prima pubblicazione : 31 dicembre 2007
Mi ricordo di una coppia inglese disperata in un parcheggio di Lucca perché non aveva capito (e nemmeno io) che questo fottuto parcheggio era a pagamento e la loro macchina era stata portata al deposito municipale. E io di tentare disperatamente di informarmi per sapere dov'era questo fottuto deposito!
RispondiEliminaAlex
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaCredo che persino qualche nostro concittadino abbia a volte difficoltà ad interpretare le 'grida'.
RispondiEliminaTesea