Questa è la storia della moglie di Li Shaohua. Lui, come tutti i giorni, era partito la mattina presto per andare a lavorare nel cantiere edile. Lei era rimasta a casa con la figlia di nove anni e la vecchia suocera.
Una mattina come tante altre nel villaggio di Renjia, provincia cinese del Sichuan. Ma alle otto e cinque di sabato scorso, 20 aprile, un sisma di magnitudo sette ha sconquassato il paesello di Li. La moglie ha fatto in tempo, in quegli istanti concitati, a portar fuori la suocera di 86 anni. Poi è tornata dentro, per mettere in salvo la figlia che ancora dormiva, essendo il sabato festivo per la scuola. Ma l’edificio è crollato, seppellendole entrambe sotto le macerie.
Dopo sette giorni, come prescritto dalla tradizione cinese del touqi, Li Shaohua ed il figlio diciannovenne, superstite perché si trovava lontano, all’università, hanno reso omaggio alla tomba dei loro familiari perduti.
È stato il destino di un evento naturale a portarvi via, per favore non dateci la colpa - hanno mormorato piangendo mentre chiedevano loro perdono per non esser stati lì per salvarle.
Una piccola tragedia tra le tante del nuovo terremoto nell’inquieto Sichuan. Neppure il nome sappiamo, di questa coraggiosa donna. Rendiamole almeno un omaggio postumo. La signora Li ha incarnato – fino alle estreme conseguenze – l’esempio della dedizione e del rispetto nei confronti della vecchiaia. I valori di una Cina antica che va scomparendo, con le nuove, viziate, giovani generazioni. È bello – e triste allo stesso tempo – sapere che ci sono ancora donne come la moglie di Li Shaohua. Capaci di eroismi anonimi. Unsung heroes.
Comunque i cinesi hanno imparato dal precedente terremoto nel Sichuan, quello che ha fatto più di 70000 morti nel 2008. Questa volta, niente immagini dei morti, dei palazzi che crollano, dei soccorsi completamente disorganizzati, della gente abbandonata alle proprie sorti. Invece questa volta, in occidente, siamo stati abbeverati di immagini di scosse in diretta senza crolli, di soccorsi numerosi ed efficienti,e di questa giornalista in abito nuziale che ha abbandonato il suo matrimonio per intervistare la gente....Grazie,allora, per ricordare il nome della famiglia Li...
RispondiEliminaAlex
Non tanto unsung perché c'è un grande cantore che canta le loro virtu'. La moglie di Lin Shaohua merita un monumento all'Eroina Ignota. Se questo post fosse la prima pietra?
RispondiEliminaCiao HP, buona serata, a presto
dragor (journal intime)
Sottoscrivo le affermazioni di Dragor.
RispondiEliminaImmagino lo sgomento della vecchia Nonna per ritrovarsi viva e sopravissuta alle due donne.
Tesea
Ciao Alex,
RispondiEliminaDici bene, i cinesi imparano dai propri errori. Specie quando si tratta di difendere la propria immagine all’estero. E non si peritano di usare la censura, e la mano pesante verso i trasgressori, pur di ottenere lo scopo. Poi anche lì, quando si esagera, quando le ingiustizie e le malefatte son troppo palesi per esser nascoste, allora cala la scure della giustizia. Talora troppo tardi, che il danno è fatto. Come nel caso del precedente terremoto, con le case popolari e le scuole fatte – ricorderai la definizione – di tofu, e destinate a crollare. Tutto per uno sporco profitto dei costruttori, che il cemento costa mentre la sabbia, si sa, si trova anche nei fiumi.
Il mio celebrare la signora Li era un ricordare – anche a loro – che l’ingiustizia è anche morire per un ideale mentre c’è chi se ne infischia e si arricchisce criminalmente sulla pelle degli altri.
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP
Ciao Dragor,
RispondiEliminaSarebbe davvero bello se il mio post fosse la prima pietra del monumento all’eroina ignota. Ma anche se nessuno lo erigerà, è stato bello e importante ricordarla.
Grazie del commento, a presto,
HP
Ciao Tesea,
RispondiEliminaforse lo sgomento della nonna sarà misto a tardiva ammirazione per quel gesto estremo e generoso della nuora.
Così mi piace pensare.
Grazie della visita, a presto,
HP