Caro Luigi,
grazie per essere stato con me tutta la domenica. Mi hai parlato, mi hai fatto i tuoi soliti, graditissimi complimenti per le mie cose che hai letto con piacere. Ho risentito la tua voce, come cinque anni fa a Novara.
Alla fine, quando credevo che non avessi quasi più nulla da dirmi, ho ritrovato le tue parole più belle, quelle che mi scrivesti all’inizio di aprile del 2008. Eccole:
Appeso ad una parete ho un quadretto su cui è scritto "chi sopravvive nei ricordi e nel cuore dei sopravvissuti non è mai morto".
E quel ricordo diventa una fiaccola da tenere accesa.
E quel ricordo diventa una fiaccola da tenere accesa.
Con queste tue parole voglio accommiatarmi da te. Vivo, perché lo sarai sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto, apprezzato e stimato. Come me.
So che sentirò la tua mancanza. Ma quando accadrà, farò come oggi. Passerò la giornata rileggendo i nostri piccoli, preziosi scambi epistolari.
Ciao, Luigi.
Ciao, Luigi.
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