Segue da ieri.
I giochi del popolo. Gli adulti amano radunarsi, a tarda sera, davanti a un tavolo da mahjong, bevendo, fumando e scommettendo soldi. I ragazzini giocano in strada, a pallone oppure con i divertimenti d’importazione, anche se sono tutti prodotti proprio qui. Come questo marmocchio che sta calzando un paio di pattini in linea. Tutto il mondo è paese. Impossibile aspettare di trovare una superficie adatta per provare il nuovo gioco. Non farà granchè strada con quell’impiantito sgangherato. Ma vuoi mettere l’invidia degli amici?
I trasporti del popolo. La sensazione, a giudicare da questa pragmatica mamma di Shanghai, è che la Chicco non faccia grossi affari in Cina. Quel che si adopera per la spesa, va bene anche per scarrozzare in giro l’infante. E senza tanti frigni!
La musica del popolo. Ai cinesi per suonare, cantare e ballare non occorre un locale. Basta il sottopasso di una strada sopraelevata. E chi se ne frega se è poco romantico. È al riparo. È gratis. E tanto basta.
L’Opera del popolo. I teatri dalle confortevoli poltroncine imbottite vanno bene per quei fighetti di pechinesi, che oltretutto hanno pure la pretesa di portarci i laowai, quando notoriamente questi né capiscono né apprezzano l’arte dell’opera tradizionale cinese. Mentre invece nel nord ovest della Cina il teatro si mette in scena in piazza, ci si cambia in qualche sgabuzzino dei casermoni fatti di alloggi proletari, si recita tra la gente che si affolla attorno ad un palco improvvisato. Qui sì che c’è ancora l’anima dell’arte più pura.
Continua... qui,
L'arte di arrangiarsi. Vedo che è nota e applicata anche dai Cinesi. Forse un po' ci assomigliano?
RispondiEliminaTesea
Più di quanto non si pensi, cara Tesea.
EliminaCi assomigliano molto. E non di frequente per le cattive abitudini, piuttosto che per le qualità...
Grazie del commento, a presto,
HP