domenica 21 agosto 2011

Energia, o cara...

Cartelli e altro nel Giappone post Fukushima.

Engrish. L’eterno dilemma: elle o erre? Al contrario dei cinesi, i giapponesi hanno difficoltà con le elle. Eccone l’ennesimo esempio – comico, e nemmeno originale: questo qui pro quo era già uscito in una pubblicità qualche annetto fa. Non il più felice degli errori, dato che Flight (volo) diventa Fright (spavento!).

Comunicare. Fin dall’arrivo in aeroporto cominci a respirare aria di austerità. Un cartello spiega che l’aria condizionata è razionalizzata (forse volevano dire razionata, ma gli devono essere scappate alcune lettere in più), le lampadine non sono tutte accese e alcuni ascensori sono fermi. Poi, con formalismo molto nipponico, si scusa per il disagio e chiede pazienza e collaborazione. Ora, passi la pazienza. Ma la collaborazione? Ci sono alternative, piuttosto che collaborare? Qualcuno si porta una torcia da casa per supplire alla mancanza di quel neon? Uno sta fermo per protesta davanti alla porta di un ascensore disattivato, sperando che il suo gesto magicamente restituisca energia alla docile macchina? A proposito di aria condizionata. Fino al disastro di Fukushima, per strada distribuivano gratis piccoli pacchetti di fazzolettini con le pubblicità sopra. Ora l’oggetto principe per stamparci una reclame è il ventaglio. Meno condizionatori, tutti a farsi aria manualmente. Anche questo è un risparmio.

Fate i bravi, bambini. I giapponesi sono abituati ad essere trattati come tali. Anche in tempi di necessari risparmi energetici, di black-out programmati, di tensione centellinata, li trattano come alunni di scuola inferiore, a cui ricordare, con tavole sequenziali e descrittive, come comportarsi in ufficio per alleggerire la bolletta. Le sette buone azioni: uno, condizionatore a ventotto gradi (e non il solito freddo polare che fa malissimo!); due, camicia a maniche corte e niente cravatta obbligatoria, per aiutare il punto numero uno; veneziane alle finestre, per riparare dal calore del sole (aridaie col punto uno!); quattro, luci al neon che consumano meno; cinque, incredibile ma vero, fuori dall’ufficio alle cinque in punto, stare fino a sera non è più dimostrazione di attaccamento all’azienda ma egoistico consumo di luce e macchinari elettrici; sei, sfruttare l’energia solare per alimentare l’ufficio; sette, universale raccomandazione di tante madri a figli distratti, spegnete la luce quando uscite dalla stanza. Un leccalecca a chi rispetta tutti i precetti.

Wagyu beef, che salasso! Risparmiare sulla bolletta non significa che per mangiare una bistecca della pregiatissima carne marezzata delle mucche di Kobe non si debbano tuttora spendere cifre oltraggiose. Ecco un esempio. Attenzione: i prezzi non sono quelli di un ristorante alla moda, ma di un banalissimo supermarket. Tre bracioline 15.000 Yen, cinque 25.000. Cinquemila yen cadauna: al cambio 45 Euro. Una confezione – compresa una pregevole ma perfettamente inutile scatola di legno, quasi 230 Euro. Niente male per non più di un chiletto di carne. Sia pur di Kobe.

Compostezza. Questo è un corteo. Davvero. Questi signori manifestano per un Giappone con più energia pulita e meno centrali nucleari. Un ordinato gregge di pecore guidate da dei pastori-poliziotti, con tanto di auto capocolonna che dà il ritmo alla marcia e preannuncia – nell’apposita corsia, per lasciare le altre agli automobilisti – l’arrivo dei dimostranti. C’è chi si indigna. Gente che manifesta per le strade? Tra un po’ magari ci sarà chi oserà scioperare. O tempora o mores.

8 commenti:

  1. Sai cosa sarebbe stato davvero spaventoso ? uno strafalcione sulla parola canceled : flight cancered tipo l'aereo si è avvicinato troppo di Fukushima....secondo me, ma forse sbaglio, c'è solo un'apparenza di normalità (la gente avrebbe un'altra scelta ?)...35 centrali fermate, un primo ministro che dichiara che il Giappone deve rinunciare al nucleare...Non manifestano i giapponesi, non gridano, non urlano...

    http://www.youtube.com/watch?v=m_Tzz61TbBk&feature=player_embedded#!

    Alex

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  2. Certo che viaggi tanto! E confermi le tante contraddizioni, oltre i meriti, del Giappone.

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  3. Beh lamentarsi per i prezzi del wagyu (o dei matsutake) e' come lamentarsi per i prezzi del tartufo d'Alba o del caviale. C'e' chi e' disposto a spenderli.

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  4. ciao Alex,

    certo che questo tuo suggerimento è davvero perfido! Mi auguro che i giapponesi stiano attenti almeno a non sbagliare questa elle...

    Certo che c'è un'apparenza di normalità. In Giappone non sono abituati a protestare. Nè a volte ad interrogarsi se ciò che vien loro detto (o non detto) sia la verità...

    Grazie della visita e del commento, a presto,
    HP

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  5. Ciao Adriano,

    grazie della visita e del commento! Hai ragione, viaggiare fa parte della mia vita. Come ho scritto nelle quattro parole di presentazione di me stesso, in alto a destra.

    Il Giappone mi affascina, proprio per le sue contraddizioni e le sue fissazioni. Per questo ne racconto volentieri.

    Ciao, a presto,
    HP

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  6. Uberto,

    certo che c'è chi è disposto a spendere quei soldi. Spero tu non abbia inteso il mio come un lamento, perchè non voleva esserlo. Mi limito a segnalare quanto certe cose siano costose in Giappone. Ed è vero, se guardo i prezzi del tartufo bianco d'Alba sotto i portici o alla fiera di ottobre, sono follie gastronomiche per cui conosco gente disposta ad indebitarsi!

    Noterella di costume: ho provato una volta la Kobe beef, con un collega locale che è rimasto entusiasta del mio apprezzamento per tale tipo di carne. Mi ha poi detto che altri conoscenti americani la disdegnavano in quanto troppo "grassa". Non sapendo, i tapini, che le marezzature sono ciò che rendon pregiatissime sia la Wagyu beef sia l'Angus scozzese. Entrambe spettacolari. Ma, francamente, pagare oltre cento euro per una bistecchina in un ristorante, mi sembra tanto. Ero ospite, ed ho apprezzato. Ma io non li pagherei di tasca mia. Come del resto non spenderei 300 euro in un tartufo. Ma queste son scelte personali, nè mi sogno di criticare chi, potendo, spende quei soldi in una cotoletta o un tubero odoroso e selvatico.

    Grazie della visita, a presto,
    HP

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  7. Ciao HP. A parte la wagyu, i generi alimentari hanno prezzi accessibili? I giapponesi non si lamentano del costo della vita? E con l'austerity energetica, si sono decisi a spegnere le luci della Ginza? Sarebbe il colmo se dovessero risparmiare soltanto i privati
    Quella del fright e' fortissima. Forse avevano paura che li si accusasse anche di non saper scrivere "r"...

    Ciao, a presto

    dragor (journal intime)

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  8. Ciao Dragor,

    a volte ritornano! Rieccomi, dopo una pausa di sterilità creativa.

    I giapponesi non sono programmati per lamentarsi. Quasi mai. E non di sicuro per una bistecca da 50 Euro o un cocomero da 200.

    Ci sono mille esempi di errori buffi causati dalla incapacità di ricordarsi dove va la erre e dove la elle. Load, carico, diventa Road, strada. Glass, vetro, diventa Grass, erba. E via discorrendo...

    Grazie della visita, perdona il ritardo nel risponderti, a presto,
    HP

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