venerdì 18 febbraio 2011

Shanghai la nuit

Fuori dai ristoranti, dai bar alla moda, dai locali sbrilluccicanti di neon e dalle discoteche fumose, la sera pullulano frotte di donne cinesi, questuanti per interposta persona. Sono a capo di squadre di bambini, che ti approcciano insistenti e mai domi, in mano un bicchierino ciottolante di monete. Ti camminano accanto e non ti mollano finchè vedono un barlume di attenzione. Non dargli soldi. Non sono figli loro, mi dice un amico cinese. È molto arrabbiato, si vede. Non con i bambini, che quelli sono degli schiavi incatenati. Con le donnacce che li gestiscono. Ci può stare, ad essere buonisti, che li abbiano presi in prestito da amiche accondiscendenti. Ma è molto più probabile che siano stati comprati o direttamente rubati in qualche villaggio, per poi instradarli alla lucrosa attività dell’accattonaggio serale. Ci sono talmente tanti laowai a spasso la notte per Shanghai, che qualcuno che si impietosisce e scuce si trova sempre. Alimentando il commercio, quando non il rapimento, di questi frugoletti artatamente sporchi e goffamente vestiti, indottrinati con le quattro essenziali parole di inglese necessarie e sufficienti al loro penoso lavoro.

Quando un cinese ti ammonisce di non dargli nulla non è un insensibile. Anzi. È qualcuno che ha dei figli propri, qualcuno che non vuole nemmeno immaginare che la propria creatura possa essere rapita per poi fargli condurre questa miseranda esistenza di questua. Qualcuno che disprezza profondamente le persone che non si peritano a fare commercio o ladrocinio di innocenti che hanno avuto il solo torto di essere nati nella parte rurale, sfortunata, ancora profondamente povera della Cina.

Anche se il cuore compassionevole direbbe il contrario a chiunque, non alimentiamo questo abuso. Quando un bimbetto di tre anni non sarà più visto come una proficua e facile fonte di reddito, allora forse smetteranno anche i rapimenti e lo sfruttamento notturno. C’è già tanta miseria morale in quello che si vede in giro per Shanghai di notte. Cerchiamo almeno di tenerne fuori i bambini.

Prima pubblicazione : 18 dicembre 2007

8 commenti:

  1. Stesse immagini e stesse considerazioni per i bambini egiziani, palestinesi o siriani. Non bisogna dare loro soldi - mi è stato detto e ripetuto in molte circostanze - altrimenti si abituano all'idea di poter vivere di accattonaggio. Soffocare l'impulso non è facile, ci si sente crudeli, ma è necessario.

    Buon fine settimana, ciao.
    Pim

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  2. Ricordo questo splendido post e il conflitto che ha provocato. Il ricatto è sempre lo stesso. Da noi si usano anche cani, gatti, scimmie o conigli, meno cari dei bambini ma altrettanto efficaci. Per non parlare degli zingari e della loro mendicità organizzata. Sarà difficile mettere fine al ricatto. Come dice Pim, ci si sente crudeli e non tutti hanno voglia di esporsi ai sensi di colpa.

    Ciao HP, buon weekend, a presto

    dragor (journal intime)

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  3. La stessa Shanghai di una volta. C'é qualcosa di atavico, impossibile da eliminare, perché era già presente nel DNA di un antico villaggio sull'estuario dello Yangtze. Il giornalista Albert Londres diceva nel 1934 : A Shanghai si fa denaro. E la materia prima....e ultima.
    Alex

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  4. Ciao Pim,

    grazie della visita e del commento. Difficile resistere, ma purtroppo necessario. Perchè non si fa il loro bene. Quando l'ultimo pietoso smetterà di dal loro dei soldi, finiranno anche i rapimenti - e purtroppo anche talvolta le storpiature - di bambini poveri, strappati alle loro famiglie da delinquenti senza alcuno scrupolo.

    Ciao, buon weekend, a presto,
    HP

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  5. ciao Dragor,

    è vero, sarà difficile porre fine al ricatto. Ma dove non arrivano le autorità, che talora chiudono un occhio e talaltra anche tutti e due, dovrebbe arrivare la gente.

    Capendo che quei bambini sono delle vittime, ed il loro carnefici sono dei rapitori senza alcun cuore.

    Grazie della visita, mi fa sempre piacere trovarti qui, a presto,
    HP

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  6. ciao Alex,

    sì, la stessa Shanghai di una volta, ma ora con un nuovo difetto : molto più ricca e arrogante del sonnecchioso villaggio sulla foce dello Yangtze che citi tu. Molto più indifferente e menefreghista.

    Quei bambini disperati sono un sottoprodotto di questa incultura.

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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  7. Ciao Valentina,

    può piacere o meno, ma non è certo un posto che lascia indifferenti.

    A presto,
    HP

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