giovedì 9 febbraio 2012

Risveglio forcaiolo

Proprio quello che si richiede la mattina presto, appena svegliati. Un programma televisivo che mi ha fatto venir voglia di scrivere ai responsabili del palinsesto di Discovery Channel.

Ammesso e non concesso che Machines of Malice sia una trasmissione considerata utile ed apprezzabile in sé e per sé, per quale motivo tale grandguignolesco-tecnologica realizzazione ci deve essere ammannita proprio all’ora della colazione, quando le famiglie si accingono alla giornata davanti a tazze fumanti di caffellatte, o a profumati piatti di uova fritte e pancetta, o ancora a brodami di carni di maiale in cui nuotano pallidi spaghetti, alla maniera dei cinesi?

Machines of Malice sviscera (mai verbo fu più azzeccato) ogni più inconfessabile aspetto dei marchingegni che l’uomo ha utilizzato nei secoli per giustiziare i condannati a morte, e spesso con annessa qualche modica dose di tortura, che ci sta proprio bene, ammonendo ed insieme eccitando il popolino convitato all’esecuzione.

Così, mentre mi preparo ad una giornata d’ufficio, appena uscito dalla corroborante doccia mattutina, mi viene spiegato, con dovizia di dettagli tecnici e raffinati studi anatomici, quanto debba essere lunga la corda da impiccagione – valore che è funzione del peso del giustiziando – per far sì che la morte sopraggiunga rapida, come è previsto che sia, per la frattura delle vertebre cervicali. Se la corda fosse troppo corta, morirebbe per asfissia. Troppo lunga, per decapitazione. Allegria.

Gli americani sono dei pragmatici. Le spiegazioni metodologiche vanno corroborate con prove pratiche. Così qualche spensierato artigiano si dà mestieri per costruire un’autentica forca, e poi ci impicca un manichino tipo i dummies usati nei crash-test delle auto. Mostrando con soddisfazione che quando la corda è lasciata troppo lunga, davvero la testa si stacca dal corpo e rimane macabramente imprigionata dal cappio.

Cari redattori di Discovery Channel, una domanda. Voi spesso mettete in onda programmi interessanti, avventurosi, perfino educativi. Fatemi capire: esattamente a chi serve apprendere quale è la lunghezza corretta della corda, affinchè l’impiccagione abbia una buona riuscita? Chi ha deciso che è utile, telegenico, forse doveroso sapere a che distanza dal condannato deve stare il plotone d’esecuzione, e quali sono le carabine ed i proiettili più adatti per una fucilazione di successo? Offre proprio un gran servigio alla comunità affacciata al teleschermo questa dettagliata trattazione – quasi apologetica – della pena di morte nei secoli?

Comunque, grazie per esservi preoccupati dei miei leggeri problemi di sovrappeso da scrivania. Quella mattina perlomeno siete riusciti a farmi saltare la colazione.


Prima pubblicazione : 2 aprile 2009

4 commenti:

  1. Ciao Nora,

    che vuoi farci? Sono così. Impiccagioni, fucilazioni e torture mi rendono inappetente. Dovrei forse farci la bocca? Ormai lo vedo difficile. Se non mi sono anestetizzato alla violenza fino ad ora, non lo diventerò mai...

    Grazie della visita, a presto,
    HP

    RispondiElimina
  2. E se avesse una funzione didattica per aspiranti suicidi e omicidi?
    Tesea

    RispondiElimina
  3. Forse potrebbe anche assolvere a questa funzione. Ma a che pro? Abbiamo forse bisogno di nuovi assassini, o di insegnare ai potenziali tali le tecniche necessarie per praticare??

    Mah. Continuo ad essere scettico sul ruolo di una tale trasmissione.

    Grazie del commento Tesea, a presto,
    HP

    RispondiElimina