Spam. Quante volte abbiamo aperto la nostra casella di posta elettronica, trovandola inondata di proposte e offerte e vincite e affaroni che nessuno ha sollecitato e che la maggioranza di noi, saggiamente, cancella con un clic generale e benefico, cacciando temporaneamente fuori gli intrusi che si ripresenteranno puntuali come una cambiale alla prossima apertura della mailbox?
Ebbene, spendiamo qualche minuto del nostro tempo per considerare una minaccia nascosta in tanti mirabolanti annunci che ci giungono quotidianamente.
Sono in Cina, nell’aeroporto di una qualche città di media dimensione (sui 4 milioni di abitanti, per intenderci), e un’insistente commessa di mezza età, da uno dei tanti negozietti pieni di tutto e di più, paradiso dei viaggiatori all’ultima chance di ricordarsi i regalini per casa, richiama ad alta voce ogni singolo straniero che le capiti a tiro, mostrando con fare complice la inconfondibile scatoletta azzurra. Manca solo la strizzatina d’occhio e la gomitata nelle costole. Viagra. Ad una frazione del prezzo. Non compro mai nulla in questo aeroporto, mi dice il solito onnipresente amico cinese con cui viaggio. Tutta roba falsa. Anche il Viagra? Specialmente quello, replica pronto. Ho rapidamente – e con ilarità – immaginato la scena di un cliente bidonato che torni a sporgere un reclamo presso la signora, presentando circostanziata evidenza del fallimento dello scopo (absit iniuria verbo) della suddetta medicina...
Dunque basta resistere alle lusinghe di venditrici aeroportuali cinesi o di botteghe di dubbia serietà, per evitare fregature e soprattutto rischi per la salute? No. Il falso Viagra venduto in Cina a stranieri in cerca di prestazioni ormai smorzate da età o stress, non è che la punta di un iceberg.
Finora, avendo da qualche anno viaggiato qua e là per il mondo, avevo sempre serenamente (o incoscientemente) creduto che le medicine fossero una cosa sulla quale non si scherzava. Che anche in un paesino in Malaysia o nel Mato Grosso brasiliano si potesse con fiducia comprare una scatola di pasticche per il mal di testa o un antipiretico in caso di febbre, senza rischi per la salute. Invece mi documento un po’ e scopro che si fanno addirittura congressi internazionali per dibattere le strategie da intraprendere per combattere questo problema planetario. Perché di tale si tratta.
In Africa, Sud America ed Asia un buon 30% delle medicine in vendita in negozi regolarmente autorizzati (il prodotto da banco venduto fuori dalla farmacia è di uso comune, contrariamente a quanto avviene in Italia) è a rischio di essere contraffatto. I falsi farmaci si vendono perché non occorre ricetta medica e sono più a buon mercato dell’articolo di nome. E vanno a colpire i pazienti più indifesi. Chi non si può permettere di consultare un medico. Chi si vergogna della propria malattia e cerca l’anonimato nel self-service. Chi non potrebbe comprare la vera medicina in farmacia, perché più cara.
E noi, nel mondo civilizzato della vecchia Europa e degli opulenti Stati Uniti, siamo al sicuro? Nemmeno per sogno. Alla diffusione di tali fraudolenti articoli, che vanno da inefficaci placebo a veri e propri veleni per la salute, provvede in questo caso Internet. Quando è troppo bello per essere vero, di solito non lo è. Impariamo a diffidare invece di abboccare. Oltre il 50% delle medicine vendute da siti che inviano spam, specie se nascondono il proprio indirizzo fisico – e questa è una pratica comune tra i disonesti mercanti di illusioni – sono imitazioni.
Non stiamo solo parlando di pillole contenenti materie inerti. Di certo inutili a curare, ma quantomeno non dannose. Spesso il principio attivo della vera medicina è sostituito da prodotti chimici che gli assomigliano, ma che possono risultare addirittura tossici. Causando un doppio danno al malato. Nessun progresso nella cura, anzi un peggioramento dovuto ai componenti nocivi presenti nel truffaldino medicinale.
Ciononostante, in certi paesi chi falsifica una maglietta griffata rischia una pena maggiore di chi produce o smercia un falso farmaco contro la malaria, l’ipertensione o il colesterolo.
Questo è un chiaro sintomo di quanto, a livello mondiale, sia ancora trascurato il problema della contraffazione delle medicine. E di quanto poco al sicuro sia ognuno di noi, se tale cancro, il cui traffico si stima generi un giro d’affari di svariate decine di miliardi di dollari (sì, avete capito bene, più del PIL di vari paesi emergenti), non verrà combattuto con ogni mezzo, da leggi severe per trafficanti e rivenditori, a catene di distribuzione farmaceutica a prova di corruzione e infiltrazioni, ad una maggiore collaborazione internazionale tra gli enti preposti alla salute pubblica, la polizia ed il sistema giudiziario.
Ci sono statistiche per quasi tutto l’umanamente contabilizzabile. Ma non per sapere quanta gente muoia ogni anno a causa di medicinali contraffatti inefficaci o dannosi. Occorre mettere il dito nella piaga, portare alla luce un problema di questa portata. Creare consapevolezza.
Estromettiamo dalle nostre vite questi malfattori che prosperano mettendo a repentaglio la pelle degli altri. Essere – tutti – informati dei rischi esistenti e delle modalità operative è già il primo passo per evitare errori che potrebbero risultare fatali. Ne va della nostra stessa vita. E scusate se è poco.
Prima pubblicazione : 8 gennaio 2008
Già l'industria farmaceutica è una mafia, allora, immagino i contraffattori !
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-23/scandalo-sanitario-sangue-contaminato-francia-205719.shtml?uuid=AYIbxFuC
Hai fatto bene a resistere. L'importazione di medicine è vietata nell'U.E. Non vale la pena rischiare una multa per 4 scatole di viagra. Immaginarti trascorrere qualche ore in una sordida dogana francese aspettando un tocco re...voglio dire una laparoscopia, mi da un brivido.
Alex
Caro HP, non hai visto come si vendono le meidicine sui mercati africani. Per terra una montagna di scatole di antibiotici, analgesici, purganti, ansiolitici, diuretici, sulfamidici ecc. tutti scaduti. Dietro un tizio che ti domanda "Che cos'hai"? "Mal di testa" e con l'aria di un prete che somministra la comunione ti dà un lassativo (poveretto, non sa leggere). Conta soltanto la pillola, rimedio miracoloso per tutti i mali. Il contenuto è secondario.
RispondiEliminaCiao, a presto
dragor (journal intime)
ciao Alex,
RispondiEliminagrazie del commento! Ho scritto altre volte su scandali, e su comportamento poco etici di industrie del farmaco. Magari ripubblicherò un racconto che aveva avuto un certo seguito.
I farmaci contraffatti sono un prodotto da assassini. Perchè per un Viagra che non sortisce l'effetto sperato, ce ne sono mille altri che non guariscono le malattie. E talvolta questo significa morirne. Questa è la grande vergogna.
Ciao, buona domenica, a presto,
HP
ciao Dragor,
RispondiEliminatristissima e purtroppo - immagino - verissimo racconto, il tuo. Avrai visto questo e altro.
L'effetto placebo funzionerà nell'uno per mille dei casi. In tutti gli altri, o non cura, o peggiora la situazione. Che tristezza.
Grazie per il tuo contributo. E' un minipost dentro al post.
E' sempre un piacere trovare una traccia di una tua visita.
Un abbraccio, a presto,
HP