sabato 22 gennaio 2011

Gambe al vento

Oggi le regole della sicurezza in campo impongono ai calciatori di proteggersi le gambe coi parastinchi. Quando ero bimbetto il calcio era una cosa più familiare, dagli interessi meno mirabolanti, la gente passeggiava la domenica pomeriggio con la radiolina a transistor attaccata all’orecchio, che gracchiava scusameri, scusameri, ti interrompo da Ferrara, gran gol della Spal!, e poi alla fine tutti andavano al bar a festeggiare o a consolarsi con un bicchierino di brandy, come suggeriva la immancabile pubblicità in chiusura di trasmissione. A quei tempi c’erano dei temerari che, o per vezzo o per idiosincrasia delle costrizioni, amavano giocare con i calzettoni mollemente adagiati sugli scarpini, i pregevoli polpacci esposti al pubblico ma anche ai rischi del mestiere, in un guascone gesto di sfida a terzini rocciosi e dalla pedata facile.

Di questa rara categoria di matadores da stadio che sfidavano le metaforiche e temibili corna di tori miura, rappresentate da vili tacchetti di difensori agganghiti, facevano parte Omar Sivori, il cabezon dal tunnel facile e dal dribbling ubriacante, Mariolino Corso, il piede sinistro di Dio, il compianto Gigi Meroni e alcuni altri pedatori ormai inghiottiti dall’oblio dal quale non li resusciterà neppure un album di figurine Panini ritrovato nel baule in soffitta.

Avessero giocato nel Giappone odierno, qualcuno avrebbe avuto la balzana idea di propor loro la sponsorizzazione di un prodotto dalle virtù mirabolanti. Giusto perché quei calzettoni flosci fanno tanto trasandato, e il disordine (con lo sporco e la mancanza di puntualità) è una delle grandi angosce dei giapponesi. Cosa sono quelle brutture, che stonano con l’inamidato portamento da parata militare degli altri dieci in campo?

Squadra schierata negli spogliatoi prima del grande match. L’allenatore con passo marziale e occhio di lince passa in rivista la truppa. Maglie sgargianti e lindissime nelle brachette. Bene. Calzoncini annodati. Ok. Catenelle e orecchini tolti. Ci siamo. Improvviso un sobbalzo. Fermo davanti al campione d’importazione, il mister sbotta: ehi, come sarebbe a dire? Cosa sono quei brutti polpacci pelosi di fuori? E dove sono i parastinchi? Qui non vogliamo sovversivi. Ci costi come una petroliera carica di greggio, e ti vogliamo in campo, non all’ospedale.

Magazziniere, presto, un paio di parastinchi. Eccoli. Come?? Hai dimenticato i lacci dei calzetti? Che vuol dire tanto non li uso mai?? Qui da noi funziona così, punto e basta! In campo si scende in ordine, non sciatti come dei rappers di Harlem. Chiaro!?!

Ma il vecchio, fidato custode del guardaroba sa il fatto suo. Estrae lo stick della miracolosa invenzione, destinata a studenti e studentesse con le cosce di fuori e i calzerotti bianchi, e salva la situazione. La squadra trionferà sugli avversari di turno. Qualche goccia di magica colla per calzetti applicata sul giro pelle del polpaccio, ed il nostro campione delizierà anche questa domenica i fans nipponici in delirio, convenuti allo stadio per godere delle sue finezze e dei suoi numeri funambolici col pallone, che manco le foche ammaestrate. Quando si dice: Mai più Senza!


Prima pubblicazione : 5 aprile 2009

4 commenti:

  1. Potrebbe servire anche per i calzoni. Oggi molti li portano come i calzettoni di una volta

    Ciao HP,buona domenica

    dragor (journal intime)

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  2. ciao Dragor,

    già, è vero, non ci avevo pensato. Quelle brache cascanti col cavallo a mezza coscia quando non direttamente sotto le ginocchia sono davvero ridicole. Ma si sa, ogni moda importata dagli States è ammessa, anzi obbligatoria. E più è strampalata, più piace.

    Grazie del suggerimento, buona domenica a te, a presto,
    HP

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  3. Kawaii
    Siamo alla follia pura !
    D'accordo, con lo stick, una goccia di colla e i polpacci sono nascosti ma i calzetti rimangono flosci, insanabilmente, mollemente adagiati sugli scarpini. La ragione ? Un solo calzino ti permetterebbe di "fasciare" insieme Sivori, Corso e Meroni...

    Cari Sivori, Corso e Meroni non accettate la proposta di sponsorizzazione dello stick. "Qualcuno" vi prende in giro !
    1) lo stick è un accessorio per LE adolescenti
    2) lo stick viene usato per collare dei calzetti chiamati : loose socks (rūzu sokkusu) !

    Secondo me, la squadra è equipaggiata con i loose socks, altrimenti, il custode non avrebbe lo stick ! Certo, che trionfano, fanno crepare dal ridere gli avversari !

    Alex

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  4. ciao Alex,

    mi piacciono i tuoi commenti. Arricchiscono sempre i post con segnalazioni, citazioni, filmati. E spirito, che non guasta mai.

    Ci ho provato a proporre il magico stick alle vecchie glorie. Ma tu mi hai scoperto e smascherato. Lo confesso: è vero, lo stick lo usano le adolescenti giapponesi che indossano i loose socks. Bianchi. A complemento delle uniformi liceali, con gonnelle sopra il ginocchio anche se ci sono dieci gradi sotto zero, il blazer blu e le penny loafer nere. Robe da feticisti.

    Hanno persino proibito la disabilitazione del suono (clic!) sui telefonini con fotocamera. Troppa gente fotografava le ragazze sedute in metrò, addormentate per i lunghi commuting times, e poi pubblicava sui siti per guardoni.

    Giapponesate.

    Ciao, a presto,
    HP

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