È notorio che i giapponesi sono usi trascorrere ore e ore al lavoro, oltre l’orario stabilito, come segno di attaccamento all’azienda. Ma non basta. Se il capo invita i suoi collaboratori a cena fuori, un rifiuto, salvo ragioni di vita o di morte, non è previsto. Men che meno se decide, dopo le libagioni, che la truppa debba bere con lui. Il prosieguo di serata si svolge in qualche localaccio, dove tenzoni inebrianti a base di cognac o whisky hanno il sopravvento sulle gambe dei tapini convenuti. Insomma, si esce di casa all’alba per andare al lavoro, e talvolta non vi si torna nemmeno per dormire, se l’ultimo treno o autobus son già partiti. Prendere un taxi è fuori discussione, sia per il costo esorbitante sia per l’ostinato rifiuto di molti tassisti di caricare ubriachi. E la moglie a casa? Rassegnata al suo ruolo marginale, si conforta, in assenza del soggetto in carne e ossa, con un cuscino antropomorfo dall’utile funzione suppletiva.
È un articolo già in commercio da tempo, del cui rinvenimento non meno vanto. Ma plaudo ai suoi inventori. Infatti il salutare oggetto vanta non pochi benefici, in confronto all’originale. Per esempio non russa come un barrocciaio, non promana effluvi alcolici sufficienti a causare mancamenti al solo aspirarli, e per solito non si alza a metà nottata per andare a vomitare in bagno – nell’ipotesi più fausta che ci arrivi.
Ma vogliamo che una società maschilista come quella giapponese abbia pensato ad alleviar le malinconie di donne sole solette a casa mentre i mariti dormono negli hotel-capsula con le stanze della dimensione – e la comodità – di un loculo cimiteriale, trascurando di concedere un paritario conforto agli uomini che sono altrettanto privati di muliebre compagnia? Non sia mai.
Ovviamente gli uomini hanno altre priorità. Laddove alle signore, bisognose di coccole e senso di legame, si offre un artificiale tronco maschile con tanto di camicia e braccio cingente, ai signori si propone qualcosa di allettante ma non troppo, se no si perde di vista lo scopo, che è quello di farli addormentare. Ed ecco il capo d’opera. Un cuscino in forma di paio di gambe femminili rannicchiate, sul quale il solingo giapponese potrà assopirsi serenamente, giacendo appo il grembo di qualsivoglia fanciulla gli venga la fantasia di immaginare. Dettaglio non trascurabile: in dotazione due gonne di colori diversi. Fa certamente una gran differenza, acquattarsi su delle cosce di gommapiuma con la minigonna nera, piuttosto che rossa!
Sempre nel rispetto della parità tra i sessi, ecco due manufatti che si guadagnano un posto d’alta classifica nell’antologica rassegna Mai più senza. Ringraziamo i giapponesi per la loro quasi inesauribile vena creativa, che ci assicurerà sollazzo e buonumore per molto tempo a venire. È una promessa.
Prima pubblicazione : 8 febbraio 2009
Mi sembra che entrambi i manufatti possano anche assolvere all'utile funzione di poggia-testa anticervicale.
RispondiEliminaTesea
ciao Tesea,
RispondiEliminaprobabilmente sì. Anche se non mi dà l'idea che i fantasiosi giapponesi li abbiano progettati con tale scopo terapeutico in mente...
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP