Adoro il modo di fare degli australiani. Il loro essere politicamente scorretti. Persone dirette, ti dicono in faccia quello che pensano, senza eufemismi, senza giri di parole, e spesso condiscono le frasi con salaci epiteti che in America li costringerebbero a viaggiare in permanenza con l’avvocato appresso. Sono un popolo giovane, duecento anni di storia a malapena, e talmente eterogeneo che nessun gruppo etnico sfugge alla presa in giro, sfruttando le caratteristiche stereotipali, che però, salvo eccezioni, si dimostrano spesso vere. Gli italiani caciaroni e donnaioli, i greci gelosi e sempre alla ricerca di altri greci a cui fare sposare le figlie, i cinesi incapaci di guidare, i libanesi che maltrattano le donne, gli ebrei attaccati al soldo, gli aborigeni ubriaconi e fannulloni. Per non parlare dei cugini kiwi, i neozelandesi, costante bersaglio di punzecchiature e ironie, per via di una popolazione ovina che surclassa come numero le donne, ed è di facile intuito dove vadano a parare le battute sul tema...
Gente allegra, spiritosa e pronta allo scherzo. Le barzellette australiane sono tra le più gustosamente volgari, offensive e irrispettose che abbia mai sentito. Ce n’è per tutti, nessuna categoria è risparmiata. Un grande successo editoriale è il libro delle barzellette politicamente scorrette. E l’autore non è né un attore alla Alvaro Vitali, né un calciatore alla Totti. È un illustre psicologo del rapporto di coppia. Detto tutto.
Ma gli aussies di ceppo britannico sanno anche essere autoironici. I pronipoti dei galeotti mandati dalla regina Vittoria a svernare nella colonia più lontana da casa, sono, e sanno di essere, dei gran bevitori e non esattamente dei maestri di etichetta. Si può ridere e scherzare con loro, e su di loro. Ma al pub consiglio cautela. Quando sono ubriachi, come del resto accade anche altrove, o sono dei gran compagnoni, o diventano degli attaccabrighe con cui è meglio non avere a che fare. Basta guardare la stazza dei Wallabies, la nazionale di rugby australiana, per togliersi la voglia di fare a botte con un energumeno loro simile carico di birra. Se al bar un tuo vicino di sgabello grosso come un frigorifero di baleniera si rivolge a te dicendoti: mate..., che è l’appellativo principe che ogni australiano usa per apostrofare un altro maschio, delle due una: o ti dà un’amichevole pacca sulla spalla ed ti invita a bere insieme, oppure stai per avere dei grossi guai che, al risveglio, sarai contento di poter raccontare.
Non si può impedire ad un australiano di sbronzarsi serenamente il venerdì o il sabato sera. È praticamente una tradizione. Anche il governo lo sa. Ma si può evitare che sia così idiota da montare in macchina in quello stato e pretendere di essere ancora capace di guidare. E così il governo, nella figura del Ministero dei Trasporti, glielo dice. In faccia.
Ma voi ve le immaginate le polemiche, le stroncature, le denunce, le sensibilità offese, i fiumi di inchiostro e di spazi televisivi che si sprecherebbero, e i mille opinionisti che metterebbero il becco per dire la loro, se in Italia comparissero sulle autostrade dei cartelli in cui il governo punta il dito contro di te, sì, proprio te che prima bevi e poi guidi, e ti dice, sei un dannato idiota??
Questa è la scritta che campeggia su un viadotto di un’autostrada di Melbourne. Letterale. Bevi e guidi? Sei un dannato idiota. Forse ci saranno maniere più eleganti per invitare la gente a rispettare la legge. Ma in Australia non sono abituati ai raffinati tocchi di fioretto. Nessuno se la prende, nessuno solleva un putiferio se i governanti parlano come la gente comune e danno dell’idiota a chi in realtà ne dà dimostrazione pratica, bevendo come una spugna e poi guidando. Non hanno timore di insultare, quando serve. Il fine giustifica i mezzi.
Gli australiani sono gente di spirito. Sugli stubbie holders, gli involucri di neoprene in cui si calzano le lattine di birra per mantenerle gelate (come se durassero abbastanza da scaldarsi!), è comparsa subito la parodia della campagna: if you drink and drive, you’re a bloody idiot. If you do it home, you’re a bloody legend. Come si fa a non adorare un popolo del genere?
Prima pubblicazione : 1° settembre 2007
Outdated.
RispondiEliminaBloody Jeff Kennett (uomo politico australiano) ha detto : "If you have had a couple of drinks and you want to absorb the alcohol quickly Kool Mints will do it...I would very rarely drink and drive (lo dicono tutti), but if I’ve had anything at all to drink I will reach into my little pocket and have some Kool Mints."
Contro la sbornia, gli australiani hanno un rimedio : la pastiglia di menta. Devi sempre averne una scatola su di te o nella macchina.
Se al bar un tuo vicino di sgabello grosso come un frigorifero di baleniera si rivolge a te dicendoti: mate...Basta rispondere : una pastiglia di menta ?
Effetto istantaneo. L'alcol viene subito assorbito dallo zucchero nella pastiglia...
Un prodotto tanto miracoloso che, secondo Ken, non ti farai mai più beccare dall'etilometro !
Ciao, Alex
In Australia, purtroppo, non ho frequentato nemmeno un Aussy!Solo gli amici dei miei ospiti, un ristretto circolo ostentatamente 'British', trapiantato sulla Sunshine Coast.
RispondiEliminaTesea
ciao Alex,
RispondiEliminaJeff Kennett : irresponsible. Non è con un pacchetto di mentine che si risolve il problema del drunk driving, nè in Australia nè altrove.
E poi diciamocelo. Non si è mai visto un australiano degno del nome farsi "un paio di birre". Con quelle non ci sarebbe quasi il rischio di finire in gabbia e senza patente. Ma quando bevono, un paio è solo il round di riscaldamento.
E allora non c'è mentina che tenga.
Grazie della visita e della puntuale segnalazione, a presto,
HP
Ciao Tesea,
RispondiEliminabeh, una buona ragione per farci un altro giro! Così conoscerai i veri aussies, e non quelli che loro chiamano, scherzosamente ma poi nemmeno troppo, bloody pommies!
Ciao, grazie della visita, a presto,
HP