La scena mi ricorda un mio gatto esattamente come quello, che vampirizzava un mio povero canelupo, di giorno e di notte. Infatti dividevano la cuccia. Tesea
i gatti sono sempre i vincitori, morali e non solo, delle tenzoni con i cani di casa. Nel caso della foto, c'era però solo un gran bel rapporto, senza prevaricazioni. E il cane era di una dolcezza straordinaria. Uso il passato perchè purtroppo non c'è più. Qualche contadino a cui aveva forse dato noia, avendo una istintiva passione lupesca per le galline, ha pensato bene di avvelenarlo. Ahimè.
Bellissima la foto, tristissimo l'epilogo! Anche il mio Sansone era stato minacciato di morte da un cacciatore, nel paesino della Franciacorta dove abitavamo. L'avevo lasciato libero di correre in un campo, non sapendo che quello fosse terreno di caccia alla lepre (di fatto, gli abitanti liberavano i cuccioli nei campi fuori dalla porta di casa dove, dopo qualche mese, sarebbero andati ad ucciderli). Spiegai che il mio cane era bituato a giocare con la pallina da tennis e non a rincorrere lepri, ma non servì a placare l'ira del cacciatore che mi minacciò di "stare attenta a quel che il mio cane mangiava", alludendo ai bocconi avvelenati. Non sapendo esattamente dove io abitassi, mise i boccono sul tragitto che facevo con Sansone ogni mattina, ma, ironia della sorte, i bocconi li mangiò il suo cane, scappato dal recinto. Arrabbiatissimo, il cacciatore, lasciò il cane in agonia fino all'ultimo nella speranza che, avendolo pagato molto caro, riuscisse a sopravvivere. La crudeltà - umana - non ha limiti.
Non so perchè, ma, leggendo del veleno, mi è tornata in mente questa storia.
quando leggo queste cose mi va il sangue agli occhi. La tua storia conferma che per la media dei cacciatori il cane non è che uno strumento, nè più nè meno del fucile. Inutile che vengano a raccontare della loro affezione per il cane.
E sentirti raccontare delle aperte minacce nei confronti del tuo buon Sansone, mi fa venir voglia di augurare all'arrogante impallinatore (bravo a fare il prepotente con la spingarda in spalla, vero!?) di riceversi una bella rosa di pallini nelle zone essenziali alla seduta...
Grazie della visita e del commento, buon weekend, a presto, HP
Lettore per piacere, scrittore per diletto, giramondo per professione. Senza entusiasmo non c’è racconto. Il segreto? Osservare il mondo con gli occhi di un bambino. La stuporosa curiosità trasforma le cose vecchie in nuovissime. Perché lo sono davvero. Panta rei. Tutto passa, cambia, si evolve. Con i sensi accesi e la penna pronta tutto si può ritrarre. Viaggiatore sempre, turista mai.
La scena mi ricorda un mio gatto esattamente come quello, che vampirizzava un mio povero canelupo, di giorno e di notte. Infatti dividevano la cuccia.
RispondiEliminaTesea
Ciao Tesea,
RispondiEliminai gatti sono sempre i vincitori, morali e non solo, delle tenzoni con i cani di casa. Nel caso della foto, c'era però solo un gran bel rapporto, senza prevaricazioni. E il cane era di una dolcezza straordinaria. Uso il passato perchè purtroppo non c'è più. Qualche contadino a cui aveva forse dato noia, avendo una istintiva passione lupesca per le galline, ha pensato bene di avvelenarlo. Ahimè.
Grazie del commento, a presto,
HP
Bellissima la foto, tristissimo l'epilogo!
RispondiEliminaAnche il mio Sansone era stato minacciato di morte da un cacciatore, nel paesino della Franciacorta dove abitavamo.
L'avevo lasciato libero di correre in un campo, non sapendo che quello fosse terreno di caccia alla lepre (di fatto, gli abitanti liberavano i cuccioli nei campi fuori dalla porta di casa dove, dopo qualche mese, sarebbero andati ad ucciderli).
Spiegai che il mio cane era bituato a giocare con la pallina da tennis e non a rincorrere lepri, ma non servì a placare l'ira del cacciatore che mi minacciò di "stare attenta a quel che il mio cane mangiava", alludendo ai bocconi avvelenati.
Non sapendo esattamente dove io abitassi, mise i boccono sul tragitto che facevo con Sansone ogni mattina, ma, ironia della sorte, i bocconi li mangiò il suo cane, scappato dal recinto.
Arrabbiatissimo, il cacciatore, lasciò il cane in agonia fino all'ultimo nella speranza che, avendolo pagato molto caro, riuscisse a sopravvivere.
La crudeltà - umana - non ha limiti.
Non so perchè, ma, leggendo del veleno, mi è tornata in mente questa storia.
Un abbraccio e buon fine settimana.
ciao Elena,
RispondiEliminaquando leggo queste cose mi va il sangue agli occhi. La tua storia conferma che per la media dei cacciatori il cane non è che uno strumento, nè più nè meno del fucile. Inutile che vengano a raccontare della loro affezione per il cane.
E sentirti raccontare delle aperte minacce nei confronti del tuo buon Sansone, mi fa venir voglia di augurare all'arrogante impallinatore (bravo a fare il prepotente con la spingarda in spalla, vero!?) di riceversi una bella rosa di pallini nelle zone essenziali alla seduta...
Grazie della visita e del commento, buon weekend, a presto,
HP