Volete assicurarvi fama imperitura di esperti informatici? Siete alla ricerca di quell’oggetto che causerà sia in amici che in perfetti sconosciuti moti livorosi di invidia per il vostro incontrovertibile buongusto? Ambite al titolo di originale a tutti i costi, anche se per evidenti motivi non sarete in grado di presenziare al conferimento di tale qualifica?
Siete uno di quei previdenti pianificatori che si preoccupano di essere ricordati ben oltre l’effimero tempo della nostra leopardiana vita mortale?
Il bieco rappresentante di arredi sepolcrali vi sta tediando con la sordida ostensione di uno spesso catalogo in brossura pieno di foto dei soliti triti soggetti – madonne affrante, angioletti inginocchiati dalla furtiva lacrima, croci uscite dalla matita dei più rinomati designer funebri, vasi capaci di cascate babilonesi di ipocriti fiori e ramoscelli finti – che adornano, sempre quelli, che noia, le tombe di gente in cerca di vacua distinzione nell’aldilà?
Basta. Fate i creativi. Decidete da voi come sarà agghindata la vostra lapide. Con un solo sguardo, tutti dovranno capire immediatamente che razza di perdita per il mondo sia stata quella dell’anima irrequieta e spregiudicata che riposa proprio lì dentro.
Deve essere per forza così che è andata. Perché non voglio pensare che il signore in questione avesse dei parenti così malvagi da combinargli un simile scherzo a giochi fatti, quando lui giaceva, immoto ed eternamente indifeso, nella bara, in attesa di essere inumato. E lo voglio immaginare come uno spirito balzano, magari un po’ fessacchiotto ma in fondo in fondo un buono, non un acido essere con turpi vizi che è stato punito, se non per l’eternità, almeno per un congruo numero di anni (fino all’esumazione e alla migrazione delle povere ossa in un anonimo colombaio), da un’assemblea di congiunti radunati in guisa di giuria processuale.
No, questo è troppo! Anche se era uno spilorcio che non regalava mai un soldo ai nipotini, sparava col flobert ai gatti randagi e si scaccolava per strada, non possiamo fargli questo, tuona la difesa, interpretata dalla cugina di Abbiategrasso, giunta appositamente per le esequie. Brusio degli zii giurati popolari. Prende la parola la pubblica accusa (zia Adelina): certo che se lo merita! Vi ricordate la volta – oh, ignominia per tutta la famiglia – che Luigino, dovendo portare a scuola la ricerca sui fiumi sotterranei carsici, trovò nel suo computer un tale assortimento di scatti di porcellone in sguaiate pose ginecologiche, che ancora, povero figlio, non si è ripreso dallo choc, e tutte le volte che cucino l’impepata di cozze deve correre in bagno a vomitare! Urla, risate, fischi e applausi. Silenzio, o faccio sgombrare il tinello!, ingiunge il robusto pubblico ministero Giovannone, percuotendo ripetutamente il batticarne sul tagliere.
La giuria si ritira in sala da pranzo per deliberare. Dopo una breve ma intensa consultazione, rieccoli. Il presidente (zio Antonio) legge il dispositivo della sentenza. Condanna al ludibrio perpetuo tramite orpellatura del sepolcro con simulacro di computer in marmo bianco di Carrara, a eterno memento del toccante episodio citato. La foto del defunto farà da screen saver. Niente mouse invece, di topi ce ne sono già fin troppi al cimitero. La scritta celebrativa reciterà: errore fatale e irrecuperabile di sistema.
Non sottovalutate mai il potere vendicativo dei parenti. Se non volete entrare a far parte – seppur in forma postuma – dei protagonisti del club Mai più senza.
Prima pubblicazione : 1° marzo 2009
Caro Ferdinando è davvero divertentissimo questo tuo post.
RispondiEliminaSei molto abile perché mi hai tenuto con il fiato sospeso sino all'ultima riga.
Complimenti!
E grazie del suggerimento finale.
Un abbraccio affettuoso.
Marianna
ciao Marianna,
RispondiEliminati ringrazio della visita e del commento. Sono contento che tu abbia apprezzato il mio raccontino del sabato. La rubrica Mai più Senza continua, e se va tutto bene arriveremo fino ad aprile, con cadenza settimanale!!
Buona domenica, a presto,
HP
Credo che molti (o molte) accaniti(-e) teledipendenti meriterebbero una lapide agghindata con un televisore. Finalmente spento.
RispondiEliminaTesea
Ciao Tesea,
RispondiEliminaoltre alla versione con il PC, chiederemo agli architetti funebri di approntare anche un modello in foggia di tivù. Oltretutto la tecnologia facilita il lavoro del mastro marmista. Con gli schermi ultrapiatti e ipersottili di oggi, non ci vuol certo un Michelangelo o un Canova per farne un simulacro da affiggere al monumento sepolcrale!
Bellissima la tua conclusione: finalmente spento.
Grazie della visita e del commento, a presto,
HP
Bellaaaaaaaa
RispondiEliminaOddio la voglio anche io la tomba così!!!!
Ciao HP, anche se non commento ci sono....
ciao Marta,
RispondiEliminabella vero??
Lo so che ci sei, non sempre c'è tempo per commentare, l'importante è che ti faccia piacere passare a trovarmi. E un commento ogni tanto vedi che lo lasci comunque...
Grazie della visita, a presto,
HP