lunedì 6 dicembre 2010

Il biondino della spider rossa

Ci sono cose nella vita che non si vogliono sapere. Che – razionalmente – la testa rifiuta. Che il cuore non riesce ad accettare. Non è possibile, continui a ripeterti. Non è vero. Non può essere vero. Non deve essere vero. E invece.

Ho seguito da lontano, dall’estero, il dramma della piccola Yara. Certe vicende, per motivi reconditi ed indefinibili, ti toccano più da vicino di altre. Sarà quel musetto da bimba pulita. Sarà che da certe lordure pensi sempre che le terre civili del norditalia siano esenti – o almeno, così ti illudi. Fatto sta che ho continuato a pensare a quei genitori in crescente angoscia, sconforto, disperazione. La follia dietro l’angolo. E a quella bambina scomparsa che non si trova, ma perché non si trova, maledizione?

E così, dal profondo della memoria sopita, dai recessi di chissà quale strato geologico del vissuto già seppellito da ricordi più recenti, è riaffiorata intatta una storia di gioventù. Milena Sutter.

Genova, 1971. Lei aveva tredici anni. Io due di più. Una mia coetanea, dal nome noto, lo vedevi nei supermercati, nel reparto delle cere da pavimento. Odore di buono, quando mia madre lucidava i pavimenti. Il flacone marrone con le scritte forse ocra e la maniglia per impugnarlo meglio. Che cosa curiosa è la memoria. Un pensiero. Un sentimento che ti agita dentro. Ed improvvisamente, come una minestra rigirata da un mestolone, ecco che aggallano pezzi misti di passato. Milena Sutter. Il delitto del biondino della spider rossa. Bastardo, ricordo di aver pensato mille volte.

All’epoca a quindici anni si era idealisti. Le ragazze si baciavano timidamente, alcune arrossivano ancora per questo ardire. C’erano buoni sentimenti, ed un istinto di protezione del branco che manco i cani.

Per questo mi aveva infiammato quel delitto. Perché uccidere una nostra coetanea, buttarla in mare con una zavorra da sub per non farla ritrovare, e chissà che altre brutture, era una cosa da schifosi. Da vigliacchi. Da grandi che se la prendono coi più piccoli. Allora sedevo idealmente dall’altra parte dello schieramento politico. Se lo avessi preso, un verme del genere, assassino e forse violentatore, avrei voluto giustizia sommaria. Macchè processo. In mano ai parenti. O forse nemmeno, erano svizzeri, troppo civili, forse il loro composto dolore non prevedeva la vendetta. L’avremmo fatta noi. Milena meritava questo, anche se non la conoscevo, se non per quelle foto sui giornali, nei quindici infiniti giorni dalla scomparsa al ritrovamento.

Sono passati quasi quarant’anni. Di Milena Sutter pochi ricorderanno il nome, e molti giovani non l’avranno neppure mai sentita nominare. Ma quella stessa rabbia, quel senso di ingiustizia suprema che governa i fatti quotidiani, quello schifo che sale da dentro e fa odiare certi indecenti rappresentanti della razzaccia umana, tutto questo pout-pourri di sapori amari l’ho riprovato di nuovo, quasi intatto, nei confronti degli assassini di Yara.

Fa male capire che le illusioni, l’impossibile lieto fine, il ritrovamento di una adolescente magari un po’ frastornata ma in fondo sana e salva, non ci sarà. Fa un male bastardo. Bastardo come chi l’ha uccisa. Portando via la luce e la vita a dei genitori impotenti.

Non sono religioso, non frequento chiese. Non riesco ad esercitare la suprema virtù del perdono in casi del genere. Non ho più l’ardore giovanile, il fuoco giustizialista e forcaiolo che avrebbe voluto un linciaggio per Bozano, assassino di Milena Sutter.

Ma la voglia che l’Italia non sia un paese di cui vergognarsi, in cui si può ancora morire bambine di tredici anni per mano di un uomo, e che questo – chiunque sia – se la possa cavare con qualche annetto di galera, e poi oplà, un bell’indulto e liberi tutti, come a nascondino, quella c’è sempre.

La voglia che chi ha compiuto un delitto così infame venga punito adeguatamente. La voglia di dire, ora basta. Chi uccide paghi, e paghi caro. Ci sono delitti che vanno puniti in maniera esemplare. Mai più un genitore deve aver paura di rischiare quello che sta passando la famiglia di Yara. Arrivo a dire questo: vorrei che questo dramma fosse successo a Singapore. Perché lì ci sono giudici che comminano la pena di morte per fatti del genere. Siete contrari? Dissentite? Padronissimi. Per me uno che ammazza una tredicenne e seppellisce il cadavere chissà dove, lasciando in un’angoscia esasperante una famiglia per delle settimane, non merita di continuare a far parte del consesso terrestre.

Voglio solo ricordare questo: Milena fu uccisa nel ’71. Bozano, riconosciuto colpevole del delitto, si rese uccel di bosco tra un grado e l’altro (altra ridicolaggine italiana: ci vogliono da dieci a vent’anni per arrivare ad una sentenza definitiva. No comment.). Riacciuffato nel ’79, dell’ergastolo originariamente sentenziato scontò solo 14 anni. Nel ’91 ottenne la semilibertà, lavorando il giorno fuori di prigione. Tale regime gli fu revocato dopo che si rese colpevole di altri pesanti approcci nei confronti di minorenni. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, dice il proverbio. Perché offendere il nobile animale? È l’uomo, schifoso e bastardo, che non perde mai il vizio. Il giudice che concesse la semilibertà ad un simile rifiuto mal riciclato è colpevole quanto l’assassino. Certi personaggi non meritano una seconda chance. Perché ne abuserebbero. Viva Singapore. No alla nostra, cosiddetta, giustizia. Che tutto è, meno che giusta.

10 commenti:

  1. Sono completamente d'accordo con te,condivido lo spirito forcaiolo e giustizialista dei tuoi 15 anni e trovo che, anzi, persino la pena di morte per fatti del genere sia troppo blanda.
    Tesea

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  2. non posso non essere d'accordo con te.
    la nostra non è giustizia, è un giochetto, un gioco da tavolo

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  3. ciao Tesea,

    sapevo di trovarti d'accordo. Hai già in passato espresso la tua opinione su temi del genere. Non dubitavo che approvassi la mia severità.

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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  4. Ciao Archimede,

    piacere di trovarti sul mio blog e grazie per aver commentato. Ho visitato il tuo blog, l'ho trovato simpatico e interessante. Ripasserò.

    Grazie del commento, sono lieto che tu concordi con me. A presto,
    HP

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  5. Concordo anch'io, HP.

    Senza ombra di dubbio e senza troppe parole, che suonerebbero retoriche.

    Un abraccio.

    A presto.

    Elena

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  6. Ciao Elena,

    che piacere ritrovarti qui. Devi essere molto occupata, di recente non ti ho visto pubblicare.

    Immaginavo che fossi d'accordo con me. Una madre non vuole nemmeno provare ad immedesimarsi in ciò che starà provando ora la mamma di Yara.

    Un abbraccio anche a te, a presto,
    HP

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  7. ... si ricordo bene, a parte un pò d'umidità, Singapore è un posto bellissimo per vivere. Il problema però, è che chi ci dovrebbe abitare, sta qui in italia a fare porcate. Ma li ci stai tu che la pensi così, e che puoi guardare un poliziotto negli occhi senza abbassare i tuoi....
    Ciao

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  8. Ciao Giannico,

    grazie della visita e del commento. Hai ragione, a volergli trovare un difetto, Singapore manca dell'alternarsi delle stagioni come lo conosciamo noi, e l'umidita' a volte e' davvero insopportabile.

    Guardare un poliziotto senza abbassare gli occhi? Lo potresti fare anche in Italia. Il problema e' che troppa gente che dovrebbe vergognarsi di farlo, invece sa di poter sfidare la legge avendo buone possibilita' di farla franca alla fine...

    Ciao, a presto,
    HP

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  9. UN MONDO DI UOMINI CATTIVI , DESTINATO AD AUTOESTINGUERSI ...PECCATO......

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  10. Ciao Andrea,

    non sarei totalmente pessimista. Il mondo non si autoestinguerà. Forse la razza umana alla fine sì, ma il mondo è sopravvissuto a ben altre cose che quattro esserini insignificanti...

    Ciao, grazie del commento, a presto,
    HP

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