sabato 4 dicembre 2010

Conta che ti passa

La prima digestione si fa in bocca. Mi sembra di risentire le parole di saggezza antica che mia madre enunciava con enfasi quando, da bimbetto, mi vedeva trangugiare la roba troppo in fretta, magari per l’impazienza di finire il pasto e andare a giocare. Ricordati, continuava esortante, il mi’ babbo masticava sempre cento volte. Ed a quella cifra iperbolica, io immaginavo che sbalorditiva perdita di tempo doveva essere un siffatto biascicare di cibo, e sillogizzavo che i vecchi davvero non dovevano avere un granchè da fare, se potevano passare delle ore a tavola a ruminare ogni boccone come le mucche.

Ma il nonno se ne andò a ottantun anni. E mia madre a ottantasei. Forse grazie anche a tutto quel tempo apparentemente sprecato a masticare. Gli insegnamenti dei genitori si capiscono e apprezzano sempre strada facendo.

I giapponesi (ancora loro, ma che ci posso fare se sono una fucina quasi inesauribile di trovate demenziali?) non si accontentano mai dell’approssimazione. La precisione è una delle ossessioni nazionali. Volete che non avessero inventato lo strumento adatto a contare il numero di masticate che un infelice fanciullo esegue, prima di deglutire il pezzo di sushi? Eccovi serviti. Il contamorsi elettronico (come diavolo si può denominare un simile arnese, degno dell’officina di Torquemada?) vi segnala quando il figlio irrequieto ha raggiunto le trenta regolamentari biascicate per boccone, ed è quindi tempo di deglutire la poltiglia.

La pubblicità di questa inverosimile invenzione è quasi più surreale del prodotto stesso (e ce ne vuole!). Essa infatti proclama: siete stanchi di contare manualmente (sic!) il numero di masticate dei vostri figli? Un’azienda giapponese ha la risposta per voi. Si chiama Kami Kami Sensor (kami significa masticare). Dovete solo agganciare la macchinetta alla loro mascella, e il conteggio lo farà il sensore al posto vostro!

Basato sul principio che masticare almeno 30 volte prima di inghiottire è salutare per il corpo, finalmente potete “condizionare” (ve lo giuro, dice proprio così, con tanto di virgolette!!) i vostri figli a comportarsi così. Un beep elettronico avvertirà al raggiungimento delle 30 masticate, ed ogni 1.000 suonerà una piacevole melodia (che suprema ricompensa per pargoli diligenti!!).

Il sensore è facile da indossare, e va usato ad ogni pasto per il miglior beneficio. Disponibile in due taglie, piccola per bambini delle elementari e media per ragazzini più cresciutelli. Il prezzo? Solo 110.000 Yen! (Pari a 95 Euro).

Si parla insistentemente di chiudere Guantanamo. Ma ai mostri che vorrebbero trasformare innocenti fanciulli in ruminanti da competizione, costringendoli a indossare abominevoli strumenti di tortura camuffati da simpatica e spiritosa invenzione ittiomorfa, e mutando una sana refezione in un’occasione di ludibrio e vergogna, non pensa mai nessuno? Canaglie. Prendersela con i bambini. Chissà quanti giapponesini ci sono là fuori, in questo momento, bardati come dei cavalli da soma, che stanno aspettando il maledetto beep per poter finalmente trangugiare il quarto boccone. Per favore: boicottate.

Prima pubblicazione : 15 febbraio 2009

4 commenti:

  1. Ciao H.P
    Adesso, capisco perché hai scritto il post OCD. "Mi sembra di risentire le parole di sagezza antica...". In realtà, tutta la tua famiglia soffriva di Sindrome ossessivo compulsivo !
    Alex

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  2. Sono curiosa di sapere come reagiranno (o reagirebbero) i nostri pargoli quando (e se) il contamorsi elettronico arriverà (o arrivasse) anche qui.
    Tesea

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  3. Ciao Alex,

    non c'è dubbio che qualche forma di OCD ci fosse in giro per casa. La paranoia della puntualità, la fobia del ritardo (specie di sera), la paura di perdere il controllo...

    OCD non è un ritratto autobiografico, ma degli spunti ci sono.

    In quanto al contamorsi elettronico, è per fortuna arrivato troppo tardi per pensare che avrei potuto essere sottoposto a tale gogna.

    Grazie della visita e del commento,
    HP

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  4. Ciao Tesea,

    temo non avremo mai una risposta al tuo quesito. Ce li vedi dei pargoli italiani indossare malinconicamente l'orribile strumento?

    Quali stimoli potrebbe offrire una madre della nostra terra, affinchè l'oggetto venga trasformato in un gioco e non in una spiacevole incombenza?

    Grazie del commento, a presto,
    HP

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