venerdì 31 dicembre 2010

Bach a colazione

Ci sono gesti – e racconti – senza tempo. Sono quelli che mi piacciono di più. Privi dell’urgenza da cronaca in diretta, mantengono il gusto inalterato anche a distanza di anni dall’episodio. Eccone uno.

Stazione del metrò di Washington, poco prima delle otto di una fredda mattina del gennaio 2007. In mezzo ad un viavai di pendolari e impiegati governativi, un ragazzo con un cappellino da baseball ed un maglione stazzonato apre una custodia nera, ne estrae un violino, la lascia aperta davanti a sé, gettandoci dentro come esca qualche spicciolo, e inizia a suonare. Bach.

La musica echeggia ininterrotta per quarantacinque minuti nell’atrio della stazione. Passano quattro minuti prima che il primo dollaro cada nel fodero dello strumento. Un bambino fa per fermarsi ad ascoltare. La madre lo strattona via, ed il piccolo continua a girarsi verso il musico, mentre viene trascinato verso i binari.

Su circa duemila persone transitate mentre il giovane suona, solo sei si fermano brevemente ad ascoltarlo. Una ventina si frugano le tasche e gettano qualche soldo al volo, mentre trotterellano verso le loro incombenze quotidiane.

Terminati i suoi brani, il silenzio scende di nuovo sulla stazione. Nessuno si accorge del violinista che raccoglie i 32 dollari guadagnati e se ne va, senza un applauso, un sorriso o un bravo.

Nessuno si è reso conto che il giovanotto naif con il cappellino in testa era Joshua Bell, uno dei più grandi giovani violinisti al mondo. Ha suonato per quasi un’ora delle composizioni ardue e impegnative. Con uno Stradivari del valore di oltre due milioni di Euro. Solo due giorni prima Joshua aveva fatto il tutto esaurito a Boston, con posti a teatro da cento dollari in su.

Questa apparente follia è stata organizzata dal Washington Post, come parte di un esperimento su Percezione, Gusto e Priorità della gente. E ha dato sconsolanti risposte alle domande: siamo in grado di apprezzare la bellezza, in un contesto improprio e ad un’ora strana? Riusciamo a riconoscere il talento, se mascherato, ed in un luogo dove non ce lo aspettiamo?

A quanti di noi è capitato di non aver tempo per fermarsi ad ammirare un panorama che meritava più di un’occhiata frettolosa? Chi non ha, qualche volta, tirato diritto di fronte a dei giocolieri con le clave infuocate, ad un madonnaro dalle mani variopinte di gesso, ad un cantante da strada con la chitarra al collo?

Se tutta quella marea di gente non è stata, per un solo attimo, ammaliata da un maestro in incognito, che suonava Bach, con uno degli strumenti più perfetti creati dal genio di Cremona, allora quante cose ci stiamo perdendo nella vita?

Prima pubblicazione : 3 ottobre 2009

4 commenti:

  1. Non mi meraviglia l'indifferenza. Purtroppo pochi sono in grado di apprezzare la bellezza della musica classica, l'orecchio della massa è ineducato, apprezza rumoracci piuttosto che la musica vera.
    Non solo in America, terra di cowboy, ma anche qui da noi, terra di poeti, di santi, di navigatori e...di musicisti (veri).
    Tesea

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  2. ciao Tesea,

    grazie per il commento all'ultimo racconto dell'anno! Verissimo quanto dici. Purtroppo la cultura musicale si sta rarefacendo (come, ahimè, la cultura più in generale) e la nostra terra di musicisti vede sempre meno appassionati alla "buona musica".

    Per fortuna accade a volte di conoscere delle eccezioni. Come è capitato di recente a me, avendo conosciuto un giovane ed appassionato musicista, docente a scuola, facente parte dell'orchestra sinfonica della mia città. Purtroppo in Italia tale categoria è molto bistrattata, contrariamente a quanto accade in altre nazioni europee più sensibili alla cultura di quanto sia oggi qui.

    Si privilegia l'incultura televisiva, l'abissale ignoranza di certi figuri che inquinano quotidie la vita dei giovani, facendo della cafonaggine e della sguaiatezza dei modelli di successo, a cui ispirarsi, a cui ambire. Non mi stanco di citare Padre Dante: Ahi serva Italia...

    Ciao, a presto,
    HP

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  3. Adoro Bach, anch'io l'ho suonato per la strada e anche nel mio caso la gente e' passata distratta, senz'accorgersi che il flautista era Dragor
    A Tesea vorrei dire che la cultura musicale degli Stati Uniti e' molto superiore a quella italiana. In 1 famiglia su 3 c'e' qualcuno che suona musica classica, si trova una scuola di musica ogni 10 metri e il livello musicale anche amatoriale e' mediamente molto alto

    Un caro saluto a tutti

    dragor (journal intime)

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  4. ciao Dragor,

    che piacere trovare un tuo commento qui. Perchè quelli ai pezzi più vecchi sono i commenti che prediligo. Segno di una ricerca, di uno spulcio, di un'attento scorrere tra i racconti. Non della solita, frettolosa scorsa che tutti diamo al primo pezzo, e poi via di corsa che il mondo non si ferma e non ci aspetta...

    Grazie della visita e del commento, Dragor. Un giorno, chissà quando, chissà dove, magari ti ascolterò suonare il flauto, oppure l'organo.

    A presto,
    HP

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